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Putin: impossibile ora accordo con Kiev, truppe occidentali un bersaglio

Zelensky: 26 i Paesi pronti a inviare truppe

Putin: impossibile ora accordo con Kiev, truppe occidentali un bersaglio

Volodymir Zelensky annuncia che "migliaia di truppe occidentali potrebbero essere dispiegate in Ucraina". Ma Vladimir Putin avverte l'Occidente: qualsiasi esercito schierato in Ucraina sarebbe un obiettivo "legittimo" per Mosca.

All'indomani del vertice della Coalizione dei Volenterosi, dove 26 Paesi alleati di Kiev hanno dichiarato di essersi impegnati a mantenere la presenza delle truppe in caso di accordo di pace, sono queste le posizioni del presidente russo e ucraino.

"Non saranno numeri a una cifra, ma dell'ordine delle migliaia" i soldati stranieri dispiegati in Ucraina nel quadro delle garanzie di sicurezza in un eventuale accordo per una tregua o per la pace con la Russia, ha anticipato Zelensky, nella conferenza stampa che ha tenuto con il Presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, precisando tuttavia che "è ancora presto per parlarne".

"Putin non vuole porre fine a questo conflitto, questo è un dato di fatto", ha dichiarato ancora Zelensky aprendo il suo intervento in videoconferenza a Cernobbio per la 51esima edizione del Forum Ambrosetti, aggiungendo: "Noi conviviamo con questa situazione. Lui voleva questa guerra fin dall'inizio e noi ci siamo difesi. E grazie a tutti i leader e grazie alle vostre nazioni ce l'abbiamo fatta".

"Se dovessero arrivare delle truppe, soprattutto ora che sono in corso i combattimenti, partiamo dal presupposto che saranno obiettivi legittimi", ha affermato Putin durante un forum economico nella città di Vladivostok, nell'estremo oriente russo, aggiungendo che l'impiego di una forza occidentale non favorirebbe una pace a lungo termine.

Putin ha poi esposto la sua valutazione sull'impossibilità di un accordo con Vladimir Zelensky su questioni chiave. "Ho ripetuto molte volte che sono aperto al dialogo", tuttavia "raggiungere un accordo su questioni cruciali è praticamente impossibile al momento. Manca la volontà politica. E anche se esistesse, cosa di cui dubito, ci sono ostacoli legali e tecniche", ha dichiarato, specificando che, in conformità con la Costituzione ucraina, ogni accordo territoriale necessita dell'approvazione tramite referendum. Putin ha illustrato il processo: "Affinché si tenga un referendum, lo stato di guerra deve essere revocato, poiché non può essere tenuto sotto stato di guerra. Una volta revocato lo stato di guerra, devono tenersi immediatamente le elezioni presidenziali. Dopo il referendum - indipendentemente dal suo esito - una decisione deve essere presa dalla Corte Costituzionale. Tuttavia, la Corte Costituzionale è attualmente non operativa", ha concluso il Presidente russo.

"Considereremmo la presenza di forze internazionali o di qualsiasi forza straniera, o delle forze Nato sul suolo ucraino, vicino al nostro confine, una minaccia per noi stessi", ha dichiarato successivamente il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, a margine del forum.

Allo stesso tempo, riporta l'Interfax, Putin ha chiarito che un accordo di pace a lungo termine non richiederebbe la presenza di truppe straniere in Ucraina. Nessuno dovrebbe dubitare che la Russia rispetterebbe un accordo di questo tipo, ha aggiunto. La Nato considera la Russia un nemico e questo è esplicitamente dichiarato nei suoi documenti, ha affermato Peskov, sottolineando che "questo è pericoloso per il nostro Paese".

Per quanto riguarda le discussioni sulle garanzie di sicurezza, non si può parlare solo dell'Ucraina, ha affermato il portavoce, aggiungendo che anche la Russia ha bisogno di garanzie per la propria sicurezza. Peskov ha osservato che la guerra contro l'Ucraina, che dura da più di tre anni e mezzo, ha le sue radici anche nell'espansione della Nato fino ai confini della Russia. La sicurezza dell'Ucraina, che aspira ad aderire alla Nato, non deve essere garantita a discapito della Russia, ha affermato Peskov, riferendosi alla riunione di ieri a Parigi della Coalizione dei Volenterosi, durante la quale numerosi Stati membri della Nato hanno espresso la disponibilità a schierare truppe in Ucraina per proteggere il Paese da una nuova aggressione da parte del vicino dopo un possibile cessate il fuoco o accordo di pace con la Russia.

In precedenza Peskov aveva sottolineato che Putin apprezza gli sforzi del leader statunitense Donald Trump per la pace in Ucraina e il suo approccio costruttivo in generale, tuttavia che i colloqui tra i due leader non sono facili, poiché entrambi difendono fermamente i propri interessi nazionali. "Sono conversazioni difficili. Ognuno difende gli interessi nazionali. Ma Putin è grato a Trump per il suo approccio, i suoi sforzi e la natura costruttiva della loro relazione", ha spiegato in un'intervista alla Tass.

Quanto a una futura conversazione tra i due presidenti, "non ci sono ancora sviluppi", tuttavia "un prossimo round di colloqui tra Putin e Trump è possibile nel prossimo futuro". "Non ho dubbi che se i presidenti lo riterranno necessario, il loro incontro può essere organizzato molto rapidamente. Proprio come è stato organizzato rapidamente l'incontro in Alaska" ha detto al giornale Argumenty i Fakty, aggiungendo che i contatti tra i due Paesi si svolgono in continuazione.

In relazione alla questione ucraina, Peskov ha sottolineato che Putin ha invitato Zelensky a Mosca "per parlare, non per arrendersi". "Putin - ha ribadito - ha detto che c'è luce alla fine del tunnel". La Russia, ha osservato, è pronta a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina con mezzi pacifici, ma se ciò si rivelasse impossibile, l'operazione militare speciale continuerà.

Ieri Trump, che ha parlato al telefono con Zelensky e i leader europei dopo il vertice della Coalizione dei Volenterosi a Parigi aveva dichiarato la sua intenzione di parlare a breve con Putin. Rispondendo a un quesito di un giornalista a margine di una cena con esponenti di spicco del settore tecnologico statunitense presso la Casa Bianca, ha affermato: "Lo farò, sì".

Poco prima aveva postato due foto con Putin relative al vertice in Alaska di Ferragosto senza alcun commento. Nella prima, si vedono il presidente americano e il presidente russo con lo sguardo rivolto al cielo mentre assistono al sorvolo dei caccia americani sulla base Elmendorf-Richardson di Anchorage, dove si sono incontrati tre settimane fa. La secondo foto postata mostra un B-2 e quattro F-35 mentre sorvolano la base mentre Trump accoglie Putin.

Gli Stati Uniti potrebbero assumere un ruolo guida nel monitoraggio di una zona cuscinetto demilitarizzata in Ucraina, prevista come una parte di un eventuale accordo di pace con la Russia. Secondo quanto rivelato a Nbc News da fonti vicine al piano, la proposta - discussa tra i Paesi alleati di Kiev e gli Stati Uniti - mira a garantire la sicurezza ucraina evitando il coinvolgimento diretto della Nato, un punto cruciale per Mosca. Washington impiegherebbe droni, satelliti e capacità di intelligence avanzata, ma il pattugliamento potrebbe essere affidato a truppe di Paesi non membri della Nato, come Arabia Saudita o Bangladesh.

Il piano, elaborato dopo l'incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska lo scorso 15 agosto, resta ancora ipotetico e richiede l'approvazione di tutti i leader coinvolti, compreso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La "coalizione dei Volenterosi" si è riunita ieri per discutere i dettagli delle garanzie di sicurezza, che includono protezione via terra, mare, aria e cyberspazio. La Turchia, inoltre, avrebbe il compito di sorvegliare i traffici nel Mar Nero, assicurando il passaggio delle merci e la stabilità economica dell'Ucraina.

Per il Pentagono sta conducendo le trattative il generale Dan Caine, che ha presentato a Trump quattro opzioni per l'impegno Usa nelle garanzie di sicurezza, raccomandando l'approccio "più proattivo". Parallelamente, Washington e Kiev stanno negoziando un accordo da 100 miliardi di dollari per la fornitura di armi americane, in cambio di diritti di proprietà intellettuale sui sistemi sviluppati dagli ucraini. La Casa Bianca, per ora, mantiene la massima riservatezza: "Il presidente Trump prende le decisioni. Non commenteremo negoziati ancora in corso", ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt.

Intanto, sul fronte della cronaca, droni ucraini hanno colpito nella notte diversi impianti petroliferi russi. Lo riportano i canali Telegram russi, precisando che nella regione russa di Ryazan, a sud est di Mosca, i velivoli senza pilota di Kiev hanno preso di mira la locale raffineria di petrolio. Foto e video pubblicate sui social dai residenti sembrano mostrare un grande incendio proveniente dalla raffineria di petrolio di Ryazan, situata nella periferia meridionale della città.

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