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Flotilla, tensione con la Farnesina

La delegazione nostrana ridotta da 50 a 40 persone: smentito il ritiro a seguito dell’appello di Mattarella

Flotilla, tensione con la Farnesina

ROMA. Continua la missione per la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla. Lo fanno sapere gli attivisti a bordo della flotta civile internazionale diretta a Gaza, i quali attaccano i media e la Farnesina. «Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche», sottolineano gli attivisti. «La delegazione italiana presente a bordo spiegano è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato».

Gli attivisti sottolineano che si tratta di una missione complessa. «Le imbarcazioni affermano sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri (venerdì, ndr) la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo». Per questi motivi, gli attivisti dichiarano «legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma. All'interno dei processi democratici dal basso deve essere centrale l'intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva.

Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane». Gli attivisti concludono, ribadendo che ridurre «la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale illegale dal 2007 di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone».

La reazione del ministrro degli Esteri, Antonio Tajani: «Noi abbiamo detto quali sono i rischi, lo ha detto il Presidente della Repubblica, le sue parole sono inequivocabili». In serata, telefonata tra Tajani e Delia. Dopo il colloquio, il minustro afferma: «Ho chiesto alla portavoce italiana di Flotilla di riferire agli imbarcati che noi garantiremo sempre e comunque assistenza consolare qualora dovessero arrivare in Israele. Per l’assistenza in mare la nostra Marina militare, che opera con compiti civili, assisterà in caso di problemi di navigazione».

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