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venti di pace

Israele e Hamas firmano l'accordo per Gaza: cessate il fuoco in 24 ore e ostaggi liberi lunedì

L'esercito israeliano manterrà il controllo di circa il 53% della Striscia. Netanyahu: «Date il Nobel al presidente Usa»

Israele e Hamas firmano l'accordo per Gaza: cessate il fuoco in 24 ore e ostaggi liberi lunedì

Israele e Hamas hanno firmato oggi, giovedì 9 ottobre, in Egitto la prima fase del piano di pace per Gaza. Lo ha dichiarato la portavoce dell'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Tal Heinrich, secondo quanto riporta il sito di Haaretz. Heinrich ha spiegato che l'accordo prevede che il cessate il fuoco entri in vigore 24 ore dopo l'ok del governo. Dopo che gli ostaggi israeliani verranno rilasciati da Hamas, l'esercito israeliano manterrà il controllo di circa il 53 per cento della Striscia di Gaza. Steve Witkoff, inviato di Donald Trump, arriverà in Israele questa sera. Lo scrive il New York Times che cita un funzionario Usa e un funzionario israeliano coperti da anonimato.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atteso a Gerusalemme la prossima domenica, ha reso noto l'ufficio del presidente israeliano Isaac Herzog. Un evento programmato per lo stesso giorno presso la residenza del presidente israeliano a Gerusalemme è stato annullato "alla luce del previsto rilascio degli ostaggi, e [...] dell'imminente visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Israele", si apprende da un comunicato, che sottolinea come la decisione sia stata presa "a causa delle previste chiusure di sicurezza a Gerusalemme legate alla visita e agli sviluppi storici che si stanno verificando nei prossimi giorni".

Saranno rilasciati lunedì gli ostaggi ancora nelle mani delle fazioni palestinesi nella Striscia di Gaza ed i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane nell'ambito dell'intesa sulla prima fase del piano Trump. Lo ha annunciato l'esponente di Hamas, Osama Hamdan, in dichiarazioni all'emittente qatariota Al-Araby. Hamdan ha sottolineato che oggi l'intesa sarà approvata dal governo israeliano e sabato saranno finalizzati i dettagli dello scambio. "L'attuazione sarà preceduta da una dichiarazione" del presidente americano, Donald Trump, "che la guerra è finita", ha aggiunto Hamdan.

"Date al presidente Donald Trump il premio Nobel per la pace, lo merita" ha scritto su X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Tra i due, subito dopo l'accordo, c'è stata una "telefonata emozionante" come l'ha descritta una portavoce dell'ufficio del premier israeliano, Shosh Bedrosian, incontrando i giornalisti.

"In una telefonata di questa mattina il primo ministro Netanyahu ha ringraziato il presidente Trump per il suo impegno di leadership globale che ha reso tutto questo possibile", ha detto Bedrosian. "E' stata una conversazione molto emozionante e affettuosa, durante la quale entrambi i leader si sono congratulati a vicenda per questo traguardo storico", ha aggiunto. Era stato lo stesso Trump, subito dopo la chiamata, a definire la sua "conversazione con Bibi fantastica". "È felice, e giustamente - ha detto il presidente Usa -. È un grande risultato. Il mondo intero si è unito per raggiungere questo accordo, compresi i Paesi che un tempo erano nemici".

Hamas ha accettato, durante i negoziati in Egitto, di non tenere 'cerimonie' per la consegna degli ostaggi a Israele nell'ambito dell'intesa sul cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno indicato al Times of Israel un diplomatico arabo e una seconda fonte vicina al negoziato. In passato il movimento islamista ha rilasciato gli ostaggi in veri e propri show macabri in cui alcuni dei rapiti, prima di essere consegnati alla Croce Rossa, erano stati fatti sfilare tra la folla e poi fatti salire su un palco, allestito per l'occasione. Alcuni ostaggi erano stati anche obbligati a ringraziare Hamas. L'accaduto aveva scatenato l'ira di Israele e degli Stati Uniti.

Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem ha detto, poi, ad al Jazeera che tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, potrebbero essere rilasciati contemporaneamente se le condizioni lo consentissero. Non ha specificato, però, quali potrebbero essere tali condizioni, aggiungendo che il Movimento islamico ha informato i mediatori delle difficoltà, legate alla consegna dei corpi per le vaste distruzioni, avvenute a Gaza.

'Ritorno al loro confine', è stata chiamata così come riferiscono i media israeliani, l'operazione per riportare in Israele gli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. La task force congiunta israelo-statunitense-qatarino-egiziana sarà istituita per localizzare, dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco, i corpi degli ostaggi deceduti a Gaza, la cui ubicazione è sconosciuta. Una fonte a conoscenza dei dettagli ha dichiarato al Jerusalem Post che la task force fornirà attrezzature pesanti per compiti quali scavi o demolizioni di edifici per raggiungere i corpi dei defunti. L'obiettivo della task force è quello di restituire in Israele il maggior numero possibile di resti di persone rapite, insieme agli ostaggi ancora in vita, entro 72 ore.

"Al momento non parlo della fine del mio incarico dal momento che la missione di riportare a casa tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, non è ancora compiuta" ha detto al Jerusalem Post il coordinatore per gli ostaggi e i dispersi, Gal Hirsch, dopo l'annunciato accordo sulla "prima fase" del piano Trump per "la fine del conflitto a Gaza" e la liberazione degli ostaggi trattenuti nell'enclave palestinese.

I colloqui per la seconda fase dell'accordo inizieranno il giorno dopo il rilascio degli ostaggi, hanno quindi riferito fonti al canale televisivo qatarino Al-Araby, senza precisare se si intenda la restituzione di tutti gli ostaggi, compresi quelli deceduti, o solo di quelli ancora in vita.

Trump sarà, quindi, in Israele nei prossimi giorni, intenzionato ad accogliere l'invito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a intervenire alla Knesset. In una dichiarazione ad Axios, il presidente Usa ha annunciato: "Si prevede che arriverò in Israele nei prossimi giorni. Questo è un grande giorno per Israele e per il mondo. Vogliono che parli alla Knesset e lo farò sicuramente se lo vorranno".

Il presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmud Abbas, ha accolto con favore l'accordo, sollecitando un cessate il fuoco "immediato" e difendendo ancora una volta la sua sovranità. "Ciò che ci interessa ora è l'impegno immediato per un cessate il fuoco completo, il rilascio di tutti gli ostaggi e i prigionieri, la consegna di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la garanzia che non vi siano sfollamenti o annessioni e l'avvio del processo di ricostruzione", ha affermato in un comunicato, diffuso dall'agenzia di stampa palestinese Wafa.

Il leader palestinese ha espresso la disponibilità dell'Anp a "lavorare in modo costruttivo" con il presidente degli Stati Uniti, che ha elogiato per i suoi "sforzi" nel raggiungimento della fine del conflitto. Abbas ha esteso la propria disponibilità a "tutti" i partner, compresi Francia e Arabia Saudita, che hanno co-presieduto la Conferenza internazionale di pace a New York lo scorso settembre, l'Algeria, sottolineando il suo status di paese arabo nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, e tutti i membri del gruppo, nonché l'Assemblea generale delle Nazioni Unite "per raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta in conformità con la legittimità internazionale".

Abbas ha colto l'occasione per ribadire che "la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina", per cui il suo collegamento con la Cisgiordania "deve essere realizzato attraverso le leggi e le istituzioni governative palestinesi, tramite un comitato amministrativo palestinese e forze di sicurezza palestinesi unificate, nel quadro di un sistema e di una legge unici, e con il sostegno arabo e internazionale". A tal proposito, ha nuovamente sostenuto la soluzione dei due Stati, affermando che "uno Stato palestinese indipendente e sovrano è il partner naturale per la stabilità nella regione insieme allo Stato di Israele". "È giunto il momento di una pace duratura che garantisca sicurezza e giustizia a tutti i popoli della regione", ha concluso.

"Un'immensa speranza per gli ostaggi e le loro famiglie, per i palestinesi di Gaza, per la regione". Così in un post su X il presidente francese Emmanuel Macron commenta l'accordo, firmato oggi, accogliendo "con favore gli sforzi del presidente Trump e dei mediatori del Qatar, dell'Egitto e della Turchia per raggiungere questo obiettivo". Esortando le parti "a rispettarne rigorosamente i termini", il presidente francese sottolinea che "questo accordo deve segnare la fine della guerra e l'apertura di una soluzione politica basata sulla soluzione dei due Stati". "La Francia è pronta a contribuire a questo obiettivo", conclude Macron.

"La prima fase dell'accordo di pace di Gaza segna una svolta significativa. Si tratta di un importante risultato diplomatico e di una reale possibilità di porre fine a una guerra devastante e liberare tutti gli ostaggi. L'Ue farà tutto il possibile per sostenerne l'attuazione", ha scritto su X l'Alto rappresentante per gli affari esteri della Ue Kaja Kallas.

"Un momento di profondo sollievo che sarà avvertito in tutto il mondo". Questo il commento del primo ministro britannico Keir Starmer. "Sono grato per gli instancabili sforzi diplomatici di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, supportati dai nostri partner regionali, nel garantire questo primo passo cruciale", ha affermato in una dichiarazione. "Questo accordo deve ora essere attuato integralmente, senza indugio, e accompagnato dall'immediata revoca di tutte le restrizioni agli aiuti umanitari salvavita a Gaza".

"L'accordo raggiunto per Gaza è un'opportunità di pace duratura, ma dev'essere unito alla soluzione dei due Stati", ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Accolgo con favore l'annuncio di un accordo per garantire un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza, sulla base della proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti - ha commentato -. Esprimo il mio apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia nel raggiungere questo traguardo. Sono inoltre incoraggiata dal sostegno del governo di Israele e dell'Autorità Nazionale Palestinese". "Ora, tutte le parti devono rispettare pienamente i termini dell'accordo - aggiunge la von der Leyen -. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati in sicurezza. Deve essere stabilito un cessate il fuoco permanente. Le sofferenze devono finire. L'Ue continuerà a sostenere la consegna rapida e sicura degli aiuti umanitari a Gaza. E quando arriverà il momento, saremo pronti a contribuire alla ripresa e alla ricostruzione. Bisogna cogliere l'opportunità di oggi. È l'opportunità di tracciare un percorso politico credibile verso una pace e una sicurezza durature. Un percorso saldamente ancorato alla soluzione dei due Stati".

Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto tra Israele e Hamas e ha ringraziato Donald Trump per gli sforzi profusi per porre fine alla guerra. "Sono molto lieto che i colloqui tra Hamas e Israele abbiano portato a un cessate il fuoco a Gaza. Ringrazio in particolar modo il Presidente degli Stati Uniti, Trump, che ha dimostrato la necessaria volontà politica per incoraggiare il governo israeliano a raggiungere il cessate il fuoco", ha dichiarato Erdogan su X.

"Il governo spagnolo celebra le notizie che arrivano dal Medio Oriente e spera che questo sia l'inizio di una pace giusta e duratura". E' quanto ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez sottolineando che ora "è necessario dialogare, portare aiuto alla popolazioni civili e guardare al futuro. Con la speranza, ma anche la giustizia e la memoria. Perché - conclude - le atrocità vissute non si ripetano mai più".

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha accolto con favore l'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. "Gli sviluppi sono incoraggianti", ha spiegato in una conferenza stampa, aggiungendo: "Siamo fiduciosi che si possa raggiungere una soluzione questa settimana".

Un accordo "storico" che "stabilisce un cessate il fuoco e la fine della guerra a Gaza dopo due anni di sofferenze e dolori". Così il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha commentato l'intesa. E' "un momento storico", ha ribadito al Sisi, perché "non solo chiude il capitolo della guerra, apre anche la porta alla speranza per i popoli della regione per un futuro di giustizia e stabilità".

"Era qualcosa di auspicato", sottolinea il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, che ha risposto così a una domanda sull'annuncio del presidente Usa.

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