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lettera al direttore

Onore ai Carabinieri, vergogna ai violenti

Ma quanto durerà questa commozione e vicinanza?

Onore ai Carabinieri, vergogna ai violenti

Gentile Direttore, provo tanta tristezza per la morte dei tre carabinieri che, nel Veronese, stavano compiendo il loro dovere, comandati dai loro superiori in una delicata azione di sgombero. A nulla è valsa la loro perizia nel rompere i vetri delle finestre del locale dove avevano avvertito un forte odore di gas, non potendo immaginare che nella stanza accanto si trovasse una donna con l’accendino in mano, la quale ha provocato la terribile deflagrazione. Sono morti tutti e tre, ma la loro azione di rottura dei vetri ha permesso che lo scoppio non avesse conseguenze ancora più drammatiche, poiché la saturazione di gas era diminuita grazie alla fuoriuscita di una parte del gas dai vetri infranti. Eroi per la loro azione, che si sapeva già rischiosa per la pericolosità degli occupanti della cascina.

Riconoscenza da parte di tutti gli abitanti della zona e dei colleghi, per la loro prontezza nel capire cosa andava fatto immediatamente: rompere i vetri e permettere al gas di disperdersi, riducendo così l’impatto dell’esplosione. Oggi siamo tutti uniti nell’onorare i tre carabinieri, apprezzandone il gesto eroico e il sacrificio. Ma quanto durerà questa commozione e vicinanza? Qualche giorno, o al massimo qualche settimana, finché la “notizia” non sarà più “fresca”, come si dice in gergo giornalistico, e verrà sostituita da altri fatti di cronaca quotidiana.

Se ai “pro-Pal” e alle centinaia di sigle che sorgono come funghi si concedono cortei giornalieri — dove si infiltrano anche tanti desiderosi solo di rompere vetrine, occupare binari, aeroporti, autostrade, divellendo pali dei lampioni o delle cancellate da scagliare contro le Forze dell’Ordine — ci si dovrebbe domandare quanti di questi conoscono i nomi dei caduti di Nassiriya o degli agenti morti nelle scorte dei giudici Falcone e Borsellino. Non dico solo i nomi, ma persino i fatti, le circostanze e il sacrificio dei caduti e delle loro famiglie. È questa la vera carenza dell’educazione scolastica.

Le conseguenze di questi accadimenti diventano ancora più dolenti perché, passato il momento emotivo — spesso caratterizzato anche dagli onori di Stato e dai funerali solenni — segue troppo spesso la dimenticanza verso le famiglie, che oltre al dolore perdono anche l’unico sostentamento economico. E purtroppo le nostre Istituzioni non sono altrettanto sollecite nel fornire un aiuto materiale concreto.

In questi giorni, Direttore, mi è sembrato di vivere una sorta di surrealtà. Pur essendo ormai abituato a leggere e ascoltare le cose più assurde, colpisce la “scomparsa” dai talk-show di commentatori che, sempre pronti a crocifiggere gli Israeliani, tacciono invece sulla guerra in Ucraina.

Quella guerra, iniziata con l’attacco dell’ex Unione Sovietica contro infrastrutture e soldati ucraini, si è ormai trasformata in un conflitto contro la popolazione civile: case, centrali elettriche, stazioni vengono bombardate per “fiaccare” il popolo ucraino, nella speranza che si ribelli a Zelensky e apra la strada all’annessione dei territori da parte di Putin e dei suoi collaboratori.
E dire che in Italia ci sono “osservatori politici”, ospiti fissi di trasmissioni televisive ben orientate, che propongono questa soluzione, addebitando all’Europa e agli Stati Uniti la responsabilità di prolungare la guerra, solo perché hanno aiutato militarmente ed economicamente l’Ucraina.

Purtroppo, come ho scritto altre volte, Direttore, c’è in giro gente che si attribuisce il merito di essere illuminata e intellettuale, ma dormiva mentre cadeva il muro di Berlino il 9 novembre 1989 e non si è ancora risvegliata, convinta di vivere ancora nel “Paradiso comunista”. Un’ultima osservazione: non è sembrato un oltraggio ai nostri tre carabinieri morti in servizio — che hanno salvato tante vite — assistere contemporaneamente al solito assalto con oggetti di ogni genere contro le Forze dell’Ordine, in occasione della partita Italia-Israele? E non è stato vergognoso il fischio all’inno della nazionale ebraica, che rappresenta l’intero popolo di Israele e non il solo Netanyahu?

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