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08 Marzo 2016 - 20:24
Per il momento nesuna procedura contro Roma. Ma il verdetto slitta a maggio
BRUXELLES. L'Ue 'grazia' l'Italia sui conti pubblici: nonostante gli squilibri macroeconomici per il momento non scatta alcuna procedura contro Roma. Il verdetto però slitta a maggio quando è atteso il giudizio definitivo di Bruxelles sulla compatibilità della Legge di stabilità con gli impegni Ue. E' in quella sede che al governo potrebbe essere richiesta una manovra-bis nell'ordine di 2-3 miliardi. Ma il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan appare ottimista e assicura che l'Italia ha le carte in regola per ottenere "la flessibilità" sui conti.
L'Italia, come tutti i Paesi che affrontano "eccessivi squilibri macroeconomici", può essere trasferita "dal braccio preventivo del patto di stabilità a quello correttivo in ogni momento. La decisione dipende da quanto ambizioso è il programma di riforme presentato dall'Italia e anche dalle nostre valutazioni dei progressi fatti", avverte Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea, dopo la pubblicazione del rapporto Ue sugli squilibri macroeconomici. In Italia, continua, "c'è chiaramente il bisogno di una continuazione nello sforzo per le riforme". A preoccupare è l'alto debito, nei confronti del quale l'esecutivo Ue "continua il suo attento monitoraggio" e "sottolinea l'importanza di una continua e robusta implementazione del rispetto delle misure di aggiustamento strutturale nel rispetto del patto di stabilità". Il prossimo esame è atteso a maggio quando "la Commissione riesaminerà la situazione" sulla base delle nuove previsioni di primavera, conclude Dombrovskis.
Ma da Padoan giungono messaggi rassicuranti: "La Commissione Ue concederà la flessibilità che serve all'Italia", assicura il titolare del Tesoro al termine dell'Ecofin a Bruxelles, confermando che "la strategia del governo continua, lungo il binario di una crescita che va rafforzata, deve creare occupazione attraverso le riforme e ciò avviene in un contesto in cui la finanza pubblica continua a essere sotto controllo, anzi viene progressivamente rafforzata". Questo, insiste, "avviene con le riforme strutturali, con le misure di sostegno agli investimenti, con il taglio delle tasse. Questa strategia viene confermata, sta dando frutti e quindi non c'è nessuna ragione di cambiarla".
Sul tema della flessibilità, "la valutazione della flessibilità non è prendere o lasciare, bensì una valutazione di punti di flessibilità, diciamo così, a fronte di una efficacia delle riforme strutturali e delle politiche di investimento", afferma Padoan. "Il punto è - spiega - che dobbiamo definire con la Commissione il quadro di finanza pubblica e di politiche per la crescita soprattutto il 2016" in quanto "la Commissione deve ancora sciogliere il nodo della flessibilità addizionale. Non è che ci chiedono qualcosa in più in cambio del giudizio".
Ma, come sottolineato ieri dall'Eurogruppo, anche con tutta la flessibilità aggiuntiva, resta un rischio di deviazione significativa rispetto agli obiettivi di medio termine: "C'è un rischio, vedremo", replica Padoan, sottolineando che Roma dialoga molto bene con la Commissione.
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