ROMA. Il rialzo delle spese "potrebbe essere classificato straordinario ai fini del calcolo del deficit strutturale". Così il Draft budgetary plan trasmesso dall'Italia a Bruxelles, in cui il governo conferma la stima del deficit programmatico al 2,3% del Pil con un trend "discendente" rispetto al 2,4% del 2017 "nonostante la revisione al ribasso della crescita e le uscite straordinarie". Nel documento programmatico di bilancio il governo passa in rassegna gli interventi pro crescita contenuti nella manovra 2017.
L'impatto complessivo sul bilancio dello Stato italiano delle spese per i migranti, al netto dei contributi Ue, "è attualmente stimato a 2,6 mld di euro per il 2015, previsto a 3,3 mld per il 2016 e a 3,8 mld per il 2017, in uno scenario costante, assumendo che non ci siano escalation nella crisi", si legge nel documento programmatico pubblicato sul sito della Commissione europea insieme a quelli degli altri Stati della zona euro.
Per il 2017, la spesa totale per i migranti è prevista tra lo 0,22 e lo 0,24% del Pil. "L'Italia spende ogni anno, dal 2014 in poi, da due a tre volte la media del periodo 2011-2013, prima che esplodesse l'emergenza umanitaria. La spesa per i migranti che l'Italia sta sostenendo non può essere valutata solo in termini di spesa aumentata per l'emergenza, che è esclusa dai vincoli del patto di stabilità, ma dovrebbe tenere in conto lo sforzo complessivo dispiegato in questo campo, confrontato con una situazione di non emergenza".
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