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I tagli "all'italiana" colpiscono <br>solo il Sud

I tagli "all'italiana" colpiscono <br>solo il Sud

Studio Svimez-Irpet: riduzione più che doppia rispetto al Centro-Nord

ROMA. La spending review "all’italiana" colpisce soprattutto il Sud, ha un effetto depressivo sull’economia dell’area e aumenta i divari regionali. Secondo elaborazioni Svimez-Irpet nel 2015 il taglio della spesa pubblica in percentuale del Pil sarà del 6,2% al Sud, più del doppio del Centro-Nord (-2,9%). Giù anche la spesa in conto capitale: -2,1% contro -0,8% del Centro-Nord, con un effetto depressivo sull’economia del Mezzogiorno e un ampliamento dei divari regionali. «Sono gli effetti di una "spending review" all’italiana, poco definita e poco realizzata, che non ha interessato effettivi sprechi bensì un crollo generalizzato di investimenti pubblici e di incentivi alle imprese, mentre servirebbe trasformare gli sprechi in spesa produttiva per i servizi pubblici fortemente carenti specie nelle aree svantaggiate del Paese'', sottolinea lo studio Svimez “Spending review e divari regionali in Italia» di Adriano Giannola, Riccardo Padovani e Carmelo Petraglia che sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista “Economia Pubblica – The Italian Journal of Public Economics”. «Nel 2013-2015 tagli alla spesa doppi al Sud rispetto al Centro-Nord – Negli ultimi anni i tagli alle spese operati dai vari Governi hanno inciso molto più al Sud che al Centro-Nord. A dimostrazione, quindi, che la spending review all’italiana l’abbiamo fatta soprattutto al Sud -continua Svimez-. Nel 2013 infatti le minori spese nette hanno raggiunto il 2,7% del Pil a livello nazionale: ma se nel Centro-Nord il taglio è stato pari al 2,2%, al Sud la riduzione ha pesato più del doppio: -4,5%. Stessa performance nel 2014: al Centro-Nord -2,8%, al Sud -5,5%. Il taglio della spesa continua a crescere nel 2015: -3,7% a livello nazionale, quale risultato del -2,9% del Centro-Nord e del 6,2% al Sud».

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