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Allarme di Confindustria, crescita zero nel 2023

Allarme di Confindustria, crescita zero nel 2023

Il debito pubblico in rapporto al Pil è stimato al 145,5% nel 2022, in riduzione di oltre 4,7 punti rispetto al 2021, come lo scorso anno, ma rallenta a -0,7 punti nel 2023. Sono le stime elaborate dal Centro studi di Confindustria e diffuse oggi alla presentazione del rapporto “Economia italiana ancora resiliente a incertezza e shock?”.

L’entità del calo del 2022, seppur riferito al quadro tendenziale, è considerevole ed è chiaramente legata sia all’elevato tasso di crescita del PIL che alla dinamica del deflatore: bisogna tornare addirittura al 1947 per registrare una diminuzione di tale ampiezza. Neppure la convergenza di Maastricht riuscì in una simile impresa (il debito scese di 4,3 punti di PIL nel 2000). Per il 2023, il debito pubblico è tuttavia previsto calare di neanche 0,7 punti per assestarsi al 144,9% di Pil.

Rispetto alla NaDEF, che prevede di raggiungere un rapporto debito pubblico su PIL del 145,4% e 143,2% nel 2022 e 2023 rispettivamente, lo scenario Csc mostra un calo inferiore nel secondo anno per via di ipotesi più contenute sulla dinamica del deflatore del Pil.

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