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22 Novembre 2023 - 09:08
NAPOLI. Cresce l’economia della Campania nei primi sei mesi del 2023, ma è una crescita lenta: appena +1,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Rallentano industria e costruzioni, fanno meglio servizi e turismo, seguendo l’andamento nazionale che si attesta al +1,2%. Sul Pnrr c’è invece un forte impegno di Regione, Comuni ed altri enti locali, ma la misura va incontro ad una rimodulazione con un taglio dell’11,5% dei fondi inizialmente previsti. È quanto emerge dalle stime dell’aggiornamento congiunturale sulla Campania reso noto dagli analisti dell’Ufficio Studi della sede napoletana della Banca. Un rallentamento che ha interessato tutti i settori dell’economia, come afferma Marina Avallone, direttrice della sede di via Cervantes: «Il rallentamento dalle nostre stime è stato più esteso per l’industria in senso stretto riguardano tutti i settori dell’economia, tranne qualche eccezione come i servizi alle imprese e alle persone, ed il comparto turistico che è in espansione. Le costruzioni hanno invece risentito del notevole ridimensionamento dell’attività legata alle ristrutturazioni delle abitazioni private per le modifiche introdotte quest’anno al Superbonus». Segnali di ripresa «registrano invece gli investimenti pubblici delle amministrazioni locali che ancora non hanno esplicato tutti i loro effetti, ma probabilmente nel corso di quest’ultima parte dell’anno vedremo qualcosa di positivo. L’andamento incerto della domanda interna e l’aumento del costo del credito condizionano anche le previsioni di investimento delle imprese per il 2024 che rimangono sui livelli del 2023. La maggioranza delle imprese ha rispettato i programmi d’investimento e per il 2024 le aspettative sono moderatamente positive» sottolinea. E ancora: «Sulla Zes unica abbiamo raccolto perplessità dagli operatori, però aspettiamo di vedere i primi passi di questa nuova Zes e poi facciamo un commento. Qualche perplessità è legata al fatto che si allontana il momento decisionale rispetto all’attuale. È chiaro che più Zes, governate a livello centrale, sono più distanti e devono guardare a un settore più ampio rispetto a come è adesso».
MENO RISORSE DAL PNRR. Sul Pnrr, gli analisti di Bankitalia, ribadiscono che in Campania permane un forte impegno di Regione, Comuni e altri enti locali, ma si va verso una rimodulazione delle risorse con un taglio dell’11,5% dei fondi inizialmente previsti. In totale alla Campania sono stati assegnati 14,7 miliardi di euro dal Pnrr, di cui il 25% alla Regione, il 22% ai Comuni e il 15% ad altri enti locali, mentre il 38% è gestito da enti pubblici nazionali. La rimodulazione del Pnrr proposta ad agosto dal Governo potrebbe portare a un definanziamento degli interventi locali per 1,4 miliardi di euro, colpendo in particolare i Comuni che però stanno accelerando gli sforzi per rientrare nei tempi prestabiliti: secondo i dati di Bankitalia sono state infatti bandite gare per il 47% degli importi assegnati, di cui una quota di due terzi è stata attuata dai Comuni. In totale, fino al mese di giugno 2023, i Comuni hanno messo a gara il 64% dei fondi a loro assegnati. Secondo Bankitalia, la quota tagliata potrebbe essere dirottata su progetti nazionali sulla rivoluzione verde e transizione ecologica e su inclusione e coesione, che avrebbero ricadute anche in ambito regionale.
CRESCE L’EXPORT, SALGONO CONSUMI E OCCUPAZIONE. Prosegue a tassi sostenuti l’export dei prodotti della Campania sostenuto per oltre la metà dal comparto farmaceutico, seguito dall’agroalimentare e dall’automotive le cui vendite estere sono cresciute significativamente sui mercati europeo e nordamericano. Una dinamica che ha influito positivamente sia sul traffico portuale e aeroportuale e in misura moderata anche sull’occupazione per le favorevoli condizioni del mercato del lavoro. Così come è positiva la dinamica dei consumi, pur contenuta dalla perdita del potere di acquisto delle famiglie. La ridefinizione delle misure di contrasto ai rincari energetici a favore delle famiglie ha ampliato notevolmente la quota di utenze interessate in regione, la cui incidenza è circa il doppio della media nazionale. Le modifiche normative alla disciplina del reddito di cittadinanza per il 2023 hanno però influito sul numero di nuclei beneficiari che si è ridotto di circa un quarto rispetto a un anno prima; a partire dal 2024 il Reddito di cittadinanza sarà sostituito dall’assegno di inclusione come principale misura di contrasto a povertà ed esclusione sociale.
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