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05 Febbraio 2024 - 08:58
L’inflazione torna ad aumentare. Soprattutto per quanto riguarda i beni alimentari e i prodotti per la cura della casa: il cosiddetto carrello della spesa in questo inizio 2024 è ritornato a segnare nuovi aumenti. Una vera e propria stangata “nascosta” quella che i napoletani sono costretti a pagare e che segue quella degli ultimi due anni, che così porta a oltre 5mila euro il conto complessivo del taglio del reddito reale subito da ogni famiglia. A tanto ammonta, infatti, la stima della perdita del potere d’acquisto dei partenopei solo nel biennio 2022-2023. I prezzi al dettaglio di alcuni prodotti di largo consumo continuano a registrare nel 2024 aumenti a due cifre.
AD OGNI FAMIGLIA IL REDDITO TAGLIATO DI OLTRE 5MILA EURO. In particolare, entrando nel dettaglio dei numeri, a causa del boom dell’inflazione registrato tra il 2022- 2023, pari al +14,2 per cento, la famiglia media napoletana ha speso in questi ultimi due anni precisamente 5.116 euro in più. Una vera e propria mazzata che ovviamente ha finito per penalizzare soprattutto le famiglie più fragili economicamente.
POTERE D’ACQUISTO MAI COSÌ MALE DA 25 ANNI. L’aumento generalizzato dei prezzi, infatti, ha provocato una perdita di potere d’acquisto talmente forte che non si ricordava da almeno 25 anni. In altre parole, molti nuclei familiari continuano a spendere di più per portare a casa un numero di beni e di servizi decisamente inferiore. Numeri che hanno indotto l’Ufficio studi della Cgia a parlare di una patrimoniale mascherata «indotta dall’inflazione». Negli ultimi due anni, evidenzia l’Ufficio studi della Cgia, l’inflazione si è abbattuta sui conti correnti dei napoletani in maniera devastante. Al netto dei nuclei che hanno trasferito una parte dei propri risparmi nell’acquisto di titoli di Stato, infatti, la stragrande maggioranza ha subito gli effetti negativi della perdita di potere d’acquisto indotta dal fortissimo aumento dei prezzi registrato a tutti i livelli.
CONTINUANO A VOLARE I PREZZI DEGLI ALIMENTARI. Il Codacons, che ha rielaborato i dati Istat sull’inflazione di gennaio, analizzando le voci che registrano i rincari più pesanti e quelle che invece sono in forte deflazione, spiega che gli alimentari continuano ad essere anche in questo inizio del 2024 i prodotti più tartassati, con incrementi dei prezzi che, rispetto a gennaio dello scorso anno, raggiungono in media il 44,4% per l’olio d’oliva, il 18,3% per la verdura fresca, il 16,1% per le patate e il 13% per la frutta fresca. I biglietti aerei aumentano in media del 12,1% (+11,1% i voli nazionali) mentre gli alimenti per bambini salgono dell’11,9%. Da segnalare anche il rialzo delle tariffe dei treni (+9,6%), quello dei prezzi di macchine fotografiche e videocamere (+9,1%) e i listini delle strutture ricettive diversi da alberghi, motel, pensioni (+9,1%).
MA CI SONO ANCHE I BENI CHE SONO DIMINUITI. Ci sono però anche costi che rispetto allo scorso anno scendono e sensibilmente: il Codacons spiega che l’olio di semi ad esempio, dopo i fortissimi rincari dello scorso anno legati alla guerra esplosa in Ucraina, diminuisce al dettaglio del 17,3%, i prezzi degli apparecchi per la ricezione, registrazione e riproduzione di suoni calano del 16%, mentre i carburanti diversi da benzina e gasolio diminuiscono del 15,2%. Ma sono in discesa anche i prezzi dell’energia elettrica che, dopo i forti rialzi delle tariffe del 2023, risulta oggi meno cara in media del 45%, mentre il gas nel confronto con gennaio 2023 scende di quasi il 28%.
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