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16 Marzo 2024 - 08:49
Calano i consumi, mentre Napoli si conferma anche in questo inizio del 2024 sul podio dei rincari dei prezzi. I numeri dell’Istat fotografano una situazione economica tutt’altro che semplice. Se da un lato ci sono i dati dell’occupazione che continuano ad essere confortanti, dall’altro ci sono quelli dei consumi e dell’inflazione che non lasciano per nulla tranquilli. A gennaio 2024, spiega l’Istat, su base annua le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1% in valore e calate in volume del 2,1%. Tradotto vuol dire che si è speso di più per acquistare meno. Questo è il riflesso di prezzi che, a dispetto delle statistiche ufficiali, continuano a restare alti. A cominciare dai beni del cosiddetto carrello della spesa.
NAPOLI SUL PODIO DEI RINCARI. L’Unione nazionale consumatori, che ha stilato la top ten di tutte le città più care d’Italia in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei nuovi dati del paniere Istat pone Napoli al terzo posto della classifica nazionale, con un aumento dei prezzi pari al +1,7% che significa in media +375 euro di aumenti su base annua per ogni famiglia partenopea (sarebbero stati 344 euro lo scorso anno). Peggio di Napoli fanno solo Bolzano (+1,7%, +492 euro) e Brindisi (+2,1%, +398 euro).
CALANO LE VENDITE DI ALIMENTARI. Ma a preoccupare è adesso il calo delle vendite al dettaglio. Su base mensile le vendite dei beni alimentari sono stazionarie in valore e registrano una diminuzione dello 0,4% in volume, mentre su base tendenziale le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+2,4%) e diminuiscono in volume di ben il 2,8%; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,2%) sia in volume (-1,6%).
«DATI CHE TESTIMONIANO LA FRAGILITÀ ECONOMICA». Per Confcommercio i dati sulle vendite al dettaglio testimoniano la fragilità economica: «La riduzione con cui si apre l’anno, sia congiunturale sia tendenziale, consolida una tendenza al ribasso che, considerata l’importanza dei consumi per la crescita economica, non può non destare preoccupazione». Per l’Unc si tratta di «dati pessimi. Comincia l’anno nel peggiore dei modi. Gli italiani continuano, insomma, la loro dieta forzata e a stringere la cinghia, essendo costrette a spendere di più per mangiare di meno», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, «dopo due anni di caro-prezzi ora i listini devono scendere ed è grave che non precipitino»
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