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04 Settembre 2017 - 13:39
La vicepresidente Confapi Napoli: bene reddito inclusione per famiglie indigenti, ma occorre creare sviluppo
“Non vorrei che la misura di Reddito di inclusione varata dal Governo, a poco meno di sei mesi dalle elezioni, si iscriva nella tradizione dell'assistenzialismo di stato, che al porre le condizioni per lo sviluppo preferisce sostenere in maniera infruttuosa le aree meno sviluppate, soprattutto del Meridione”.
Lo ha detto Antonella Giglio, vicepresidente Confapi Napoli, commentando il via libera definitivo, dopo il secondo esame in consiglio dei ministri, alla misura di contrasto alla povertà, in vigore dal 1 gennaio 2018.
“Il Sud Italia e la Campania patiscono la povertà a causa di mancanza di infrastrutture, ma anche di difficoltà burocratiche. Troppo spesso le difficoltà che incontrano gli imprenditori e le piccole e medie imprese non sono soltanto di accesso al credito, ma anche di una giustizia giusta in tempi ragionevoli. Contrastare la povertà significa innanzitutto combattere la disoccupazione incentivando le assunzioni. Sono prioritari per l'Italia e il Sud in particolare, sgravi sugli oneri contributivi. Non è possibile pensare che l'imprenditore non solo produca in queste condizioni di drammaticità operativa, ma che si faccia carico anche del peso schiacciante fiscale e contributivo per i suoi collaboratori. L'attuale situazione limita pesantemente le nuove assunzioni, con quanto ne consegue in termini di economia nazionale. La misura del Reddito di inclusione è sicuramente una misura giusta per le fasce realmente indigenti della popolazione, ma non può tradursi in una misura tampone nei confronti dell'occupazione e della capacità di reddito delle famiglie. Bisogna creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile ed evitare misure assistenzialistiche condannate, nel medio lungo periodo, a riproporre gli stessi problemi che intendevano inizialmente risolvere”.
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