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25 Aprile 2015 - 12:48
L'accusa della Cgia: incrementi giù decisi in tantissime città
ROMA. Nel 2015 «l'Imu e la Tasi sono destinate ad aumentare». A comunicarlo è la Cgia in un dossier pubblicato oggi. «Se dal 2016 non verrà applicata la local tax, l’aliquota Tasi sulla prima casa rischia di salire al 6 per mille» afferma il segretario dell'associazione, Giuseppe Bortolussi. Il quadro mostrato dall'associazione emerge dall’analisi dell’Ufficio studi della Cgia che ha preso in esame le delibere di approvazione delle aliquote Imu e Tasi per il 2015 dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sino a questo momento nel sito del Dipartimento delle Finanze. «Con l’approssimarsi del termine del 31 maggio, entro il quale i Comuni dovranno approvare il bilancio di previsione 2015, il numero delle delibere relative alle aliquote Imu e Tasi da applicare nel 2015 è destinato ad aumentare» evidenzia la Cgia. «Il campione analizzato è ancora molto ristretto. Tuttavia, - sottolinea - la tendenza appare abbastanza chiara: i Comuni, anche per l’anno in corso, hanno deciso di aumentare il peso fiscale dell’Imu e della Tasi». Fino ad ora, segnalano dalla Cgia, «sono poco più di una dozzina le amministrazioni comunali capoluogo di provincia che hanno deliberato le aliquote-detrazioni dell’Imu e della Tasi per il 2015». Ebbene, avverte l'associazione, «oltre la metà dei sindaci che hanno già deliberato - come quello di Arezzo, di Bologna, di Livorno, di Modena, di Potenza, di Rimini e di Treviso - ha deciso di aumentare il peso delle tasse sugli immobili».
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