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L'economia
13 Luglio 2024 - 16:20
Le richieste alla politica
NAPOLI. Un’espansione moderata dei settori dell’innovazione e del digitale. Crescerà anche l’export, trainata dal comparto agroalimentare e farmaceutico. Gli imprenditori napoletani e campani vedono ancora nell’innovazione un fattore essenziale per essere competitivi. La manifattura però continuerà a ridimensionare la spesa per investimenti in termini reali.
«IL SECONDO SEMESTRE SARà Più REDDITIZIO». C’è però chi investe nella propria azienda e crede in una crescita del fatturato. È il caso della Bourelly Health Service, che investe e rafforza la propria presenza sul territorio nazionale, con un nuovo servizio attivo in questi giorni nella città di Messina, e quello di primo soccorso medico all’aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi. «Crediamo in un secondo semestre più redditizio rispetto a quello precedente», dice Guido Bourelly, ceo del gruppo: «Lo faremo mediante accordi di business delle nostre attività nel Mezzogiorno, più che al Nord. In Sicilia, per esempio, abbiamo riscontrato una Pubblica amministrazione efficiente e aperta all’innovazione, cosa che non abbiamo trovato al Nord. In Campania ci sono ancora spazi per chi intende investire ed accrescere il proprio fatturato, soprattutto nel sistema logistico verso la penisola sorrentina e le isole, nuove opportunità di crescita di business e lavoro».
«TOCCA ALLA POLITICA DARE CERTEZZE PER IL FUTURO». Crede in una crescita moderata nel secondo semestre anche Arcangelo Fornaro, imprenditore aerospazio e pastaio (Ar.Ter e Gemme del Vesuvio), a condizione che le imprese investano nei processi produttivi, nell’economia digitale e conoscenze adeguate al tempo: «Anziché assumere nuovo personale, molte imprese stanno colmando il divario con contratti di somministrazione del lavoro. È qui che la politica deve dare segnali di dinamismo, dare certezza per il futuro a chi crea valore e lavoro qualificato. Il capitale umano costituisce un asset imprescindibile e determinante per una crescita competitiva di tutto il sistema produttivo. Gli ostacoli sono sempre le difficoltà amministrative e burocratiche. E questo frena gli investimenti».
«INVESTIRE SULLE TECNOLOGIE 4.0». Fabio de Felice, fondatore di Protom, sottolinea che le imprese si trovano a varcare la soglia del 2025 ripensando i modelli organizzativi e business ed investendo in processi agili e sostenibili. «Non a caso, evidenzia un’indagine del Centro Studi Tagliacarne, quelle che hanno adottato tecnologie 4.0 nel 2025 avranno migliori performance produttive (33% contro 25%) e di export (27% contro 24%) rispetto a chi è rimasto indietro».
Nel frattempo Protom tende ad accelerare la propria crescita nei prossimi mesi investendo in ricerca. «Va in questa direzione anche l’apertura entro l’estate di quest’anno di una nuova sede nel South Carolina grazie ad un investimento iniziale di 5 milioni di dollari. Inoltre siamo a caccia di imprese da acquisire per rafforzare alcune nostre Business Unit».
«SOSTENERE CHI VUOLE INVESTIRE NELLA MANIFATTURA». Ambrogio Prezioso (imprenditore, past president industriali) non ha dubbi: la fiducia deve venire di pari passo con la rigenerazione del territorio in chiave innovativa. «Le accademie nate a San Giovanni sono il faro per la manifattura digitale del futuro. Oggi le startup fanno numeri da capogiro, le più interessanti riescono a trattenere i giovani. La politica deve però fare il suo corso spendendo bene i soldi del Pnrr, sostenendo chi vuole ancora investire nella manifattura e nei servizi senza andare verso l’overtourism che non lascia niente al territorio».
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