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la manovra
01 Febbraio 2025 - 11:15
Raffaele Amore e Fabrizio Luongo
NAPOLI. «Avremmo preferito una maggiore attenzione della Manovra 2025 verso un settore oggi in difficoltà, oggi ritenuto più che mai strategico, economico e sociale dal punto di vista sociale. Non abbiamo chiesto di mettere in campo miliardi, ma maggiore attenzione verso le pensioni degli agricoltori. L’agricoltura al Sud e in Campania ha un valore sociale: su 100 euro da parte di spesa dei cittadini solo 7 vanno agli agricoltori sul fresco e 8 euro sul prodotto trasformato. Ci aspettavamo ben altra cosa E questo ci induce a risistemare il valore lungo la filiera». Raffaele Amore, presidente Cia Campania, commenta così la terza manovra economica del Governo Meloni.
«Se, infatti, da un lato ci sono interventi certamente condivisibili e ampiamente caldeggiati, quali ad esempio l’accorpamento delle aliquote Irpef e il taglio strutturale del cuneo fiscale contributivo, grazie al quale si libera maggiore liquidità a disposizione delle imprese e delle filiere produttive agricole, dall’altro lato, l’agricoltura paga lo scotto dell’assenza di misure strutturali delle quali possano beneficiare direttamente i produttori agricoli del Paese, stretti nella morsa tra gli aumenti dei fattori produttivi e le ricadute dei sempre più frequenti eventi climatici estremi» sottolinea Amore.
Per Fabrizio Luongo, segretario Casartigiani Napoli, la Legge di Bilancio 2025 porta con sé una serie di cambiamenti significativi che impatteranno sia le aziende artigiane che i lavoratori dipendenti, come nuove agevolazioni fiscali, incentivi per le imprese minori, misure a sostegno della crescita, opportunità di finanziamento per le imprese di piccola dimensione. Tra le altre misure particolarmente apprezzate per la Campania, la conferma gli incentivi per l’occupazione giovanile e delle donne, estesi fino al 2027, la proroga degli sgravi contributivi per le imprese che operano nelle Zone economiche speciali, gli incentivi per l’autoimpiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.
«La Manovra che istituisce poi l’istituzione dell’Albo nazionale delle botteghe storiche ed artigiane è un riconoscimento di dignità verso un comparto e delle professioni che compongono il mondo produttivo. Le botteghe artigiane e gli esercizi pubblici commerciali di eccellenza sono alla base della tenuta degli ecosistemi urbani e sono anche un riferimento fondamentale per un turismo di qualità, che valorizzi il genius loci dei nostri territori».
«Riconoscere alle botteghe e agli esercizi commerciali storici un valore certificato dall’appartenenza a un albo può costituire un valido aiuto per invertire la rotta del depauperamento dell’offerta commerciale nei centri urbani e permettere a queste imprese di ottenere sia un riconoscimento in termini di premialità sia una significativa visibilità nei confronti del consumatore e del pubblico in generale, rafforzandole in termini imprenditoriali».
Negativo invece il giudizio sul bilancio preventivo del governo regionale De Luca. Tra le criticità principali Luongo annovera l'abolizione delle Commissioni provinciali per l'artigianato, che garantivano il raccordo con i territori, la soppressione della Commissione regionale per l'artigianato, che ha privato il comparto di un organo di rappresentanza; e ancora l'abolizione dell'Albo artigiani, punto di riferimento per le imprese artigiane, la mancata costituzione dell'Osservatorio sul comparto, essenziale per pianificare interventi strategici, l'assenza di investimenti nella Bottega Scuola, che ha privato i giovani artigiani di opportunità formative fondamentali.
Ultima mancanza riguarda l'inesistenza di fondi dedicati al settore, nonostante le promesse e le dichiarazioni di principio. «Le poche iniziative messe in atto -aggiunge Luongo- si sono rivelate insufficienti rispetto alle reali esigenze del comparto».
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