Tutte le novità
Il convegno
29 Maggio 2025 - 11:59
“Le principali novità della riforma che riguarda gli enti del terzo settore attengono alla determinazione dell’eventuale base imponibile e alla distinzione dello status di natura fiscale che gli enti possono detenere, enti commerciali o non commerciali, per definire poi le imposte da pagare. In ogni caso, qualora siano individuate le imposte, vuol dire che c’è generazione di ricchezza ed è giusto che si vada a contribuire alle casse erariali dello Stato”.
Lo ha dichiarato Matteo Pozzoli, docente di Economia aziendale all’Università Parthenope, intervenuto nel corso del convegno “La nuova fiscalità degli enti del terzo settore dopo l’autorizzazione UE” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi.
Cosa cambierà a partire dal 2026 lo ha spiegato Gabriele Sepio, docente di diritto tributario presso la scuola nazionale della Pubblica Amministrazione: “Dal 1° gennaio 2026 partiranno le nuove regole che accompagneranno gli enti del terzo settore con la defiscalizzazione degli utili prodotti dalle imprese sociali e reinvestiti in attività di interesse generale, le misure forfettarie per gli enti associativi. Un percorso che ha bisogno di un accompagnamento e i commercialisti sono in prima linea al fianco 150mila iscritti nel Registro cui vanno aggiunte le 18mila Onlus che dovranno trasferirsi nel Runts”.
Antonella La Porta, consigliere delegato dell’Odcec Napoli ha sostenuto: “Siamo al rush finale di una lunga riforma. Il tassello più importante che consentirà una buona programmazione agli enti del terzo settore in termini economico-finanziari e di organizzazione interna. La riforma prende corpo con l’autorizzazione dell’Europa ed entrerà in vigore nel 2026”.
La sinergia con i professionisti è stata evidenziata da Giovanna De Rosa, direttrice Csv di Napoli: “Come Centro di servizio per il volontariato siamo sempre pronti ad accogliere e conoscere con l’Ordine quelle che sono le principali novità che ci riguardano. Partecipiamo con spirito di collaborazione perché il volontariato è diventato sempre più una palestra per accrescere competenze trasversali per gestire e amministrare un ente del terzo settore”.
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