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Addizionale Irpef, Napoli più cara di Milano

A pagare di più sono i redditi medio-bassi ovvero quelli da 20mila a 40mila euro per i quali il versamento è di 1.428 euro

Addizionale Irpef, la Campania è la regione con le aliquote più alte in tutti gli scaglioni

NAPOLI. Il peso delle addizionali Irpef regionali e comunali varia notevolmente in Italia, creando disomogeneità significative nel prelievo fiscale sui cittadini. Uno studio condotto dalla Uil rivela che Napoli si posiziona tra le città con il carico fiscale più elevato per quanto riguarda queste imposte locali, specialmente per i redditi medio-alti. Il Divario Fiscale: Napoli, Roma e Salerno ai Vertici del Caro IRPEF.

L'analisi della Uil, che ha esaminato l'impatto fiscale su redditi di 20mila e 40mila euro annui, evidenzia come la residenza influenzi pesantemente il conto finale per i contribuenti. Per i redditi di 40mila euro, Salerno e Roma si contendono il primato delle addizionali Irpef più salate, superando entrambe i 1.400 euro di prelievo. Subito dopo, a pari merito, si trovano Avellino e Napoli, con un prelievo di 1.428 euro.

Questa tendenza posiziona gran parte della Campania e del Lazio ai vertici della classifica dei capoluoghi di provincia più onerosi. Altri centri come Frosinone, Latina e Rieti (1.412 euro), Viterbo (1.394 euro), Benevento e Caserta (1.348 euro) seguono a ruota. Il contrasto è particolarmente marcato con Milano: a fronte dei 1.452 euro versati dai romani (e i 1.428 euro dai napoletani), i residenti a Milano con lo stesso reddito di 40mila euro pagano significativamente meno, ovvero 916 euro.

Fanalino di coda per le città metropolitane è Cagliari, con soli 778 euro.

LA SITUAZIONE PER I REDDITI BASSI

Anche per i redditi più bassi, attorno ai 20mila euro l'anno, la disomogeneità è evidente. In questo caso, è Vibo Valentia a detenere lo scettro del caro addizionali con 686 euro. Seguono Salerno (627 euro), e poi, a pari merito, Avellino e Napoli con 607 euro, affiancando Roma (606 euro). Frosinone, Latina e Rieti (586 euro), Viterbo (576 euro) e Perugia (570 euro) completano la top ten delle città più care per i redditi bassi.

Un fattore che amplifica questi divari è l'esenzione dall'addizionale comunale per i cittadini con un reddito di 20mila euro residenti in comuni come Mantova, Milano, Bolzano, Trento, Firenze ed Enna, che si trovano a pagare solo l'Irpef regionale. Per i redditi da 40nila euro, invece, l'esenzione dall'addizionale comunale è limitata ai residenti di Trento e Bolzano.

APPELLO PER UNA RIFORMA DELLA FISCALITà LOCALE

Santo Biondo, segretario generale della Uil e responsabile del dipartimento Politiche Fiscali, ha ribadito con forza la necessità di una riforma della fiscalità locale.

«Mai come in questa fase storica densa di trasformazioni anche sociali, il sistema fiscale del nostro Paese deve essere lo strumento principale per affermare condizioni di equità e di solidarietà, necessarie a irrobustire la coesione sociale nazionale», ha affermato Biondo. Secondo la Uil, troppo spesso le addizionali Irpef vengono utilizzate dalle amministrazioni locali per compensare i tagli alla spesa corrente operati dai governi centrali, senza che ciò si traduca in un corrispondente miglioramento dei servizi pubblici.

«l risultato è che i cittadini, in particolare quelli a reddito medio-basso, pagano di più per ricevere meno», ha concluso Biondo. Da qui l'esigenza di una riforma che introduca criteri di maggiore equità.

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