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Sud, la strada obbligata per consolidare la crescita

La nuova decontribuzione Sud non si è estesa, almeno per ora, a tutte le tipologie d’impresa

La democrazia e la crescita: il Nobel che parla al Sud

Nel primo trimestre 2025 le assunzioni nel Mezzogiorno legate agli incentivi contributivi sono crollate del 71%. Il dato è stato causato da una serie di circostanze sfavorevoli. La nuova decontribuzione Sud, oltre a diminuire il beneficio, non si è estesa almeno per ora a tutte le tipologie d’impresa, non è ancora operativa... per le realtà con più di 250 dipendenti, in attesa di una autorizzazione da Bruxelles. Fino allo scorso maggio, inoltre, erano bloccati i bonus per giovani e donne introdotti nel2024 dal Decreto Coesione (Dl 64/2024), mancando la normativa attuativa. Sbloccati i bonus, è possibile che le cose stiano migliorando in quest’ultimo periodo, ma le incognite sull’economia del Paese, non solo del Mezzogiorno, sembrano aumentare anziché assottigliarsi. Basti pensare ai dazi di Trump.

Nella sola area napoletana l’export verso gli Stati Uniti è vicino al miliardo di euro. L’impatto negativo delle tariffe al 30%, stando agli ultimi annunci del Presidente Usa, sarebbe dunque computabile in circa 300 milioni. Con danni in particolare per tre settori: alimentare, farmaci e auto. Questo scenario, che resta in evoluzione, va a innestarsi su un percorso dell’economia meridionale negli ultimi anni caratterizzato da un andamento virtuoso sia in termini di Pil che di incremento occupazionale. Su entrambi i fronti il Sud ha fatto registrare esiti superiori al Centro-Nord, soprattutto per l’incremento delle opere pubblichespinto dal Pnrr e per il decollo della Zona economica speciale unica, che offre un mix di notevoli semplificazioni burocratiche e, nel caso di acquisto di nuovi beni strumentali per strutture produttive, di un credito d’imposta per i progetti d’investimento fino a 100 milioni.

La situazione complessiva, comunque, malgrado le performance recenti, è segnata dall’incertezza. Il Mezzogiorno ha bisogno di accelerare le dinamiche di crescita, ma questa esigenza potrebbe essere frenata da fattori esogeni, come le tensioni internazionali e le politiche protezionistiche di Trump. Proprio per contrastare e, per il possibile,evitare questo pericolo, c’è bisogno di politiche sinergiche, a livello centrale e territoriale, che concentrino sul Sud investimenti infrastrutturali e incentivi all’espansione del tessuto produttivo. Misure che potenzino le connessioni, come l’alta velocità e le reti energetiche, e che favoriscano l’implementazione delle relazioni industriali e commerciali con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, anche nel quadro del Piano Mattei voluto dal Governo Meloni.

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