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19 Luglio 2025 - 09:01
BENEVENTO. «Servono meno norme, ma soprattutto regole chiare». È il messaggio netto lanciato da Flavian Basile, presidente di Ance Benevento, nel corso dell’incontro ospitato da Confindustria – Ance Benevento alla presenza del ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un’occasione di dialogo concreta tra Governo e mondo produttivo, moderata dalla giornalista Melania Petriello, per porre al centro il tema cruciale della semplificazione amministrativa.
L’incontro si è aperto con i saluti del presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito, e del presidente di Ance Campania, Luigi Della Gatta. A seguire, la voce degli imprenditori è stata rappresentata da Flavian Basile, che ha illustrato una serie di proposte elaborate dalla base associativa per rendere il sistema produttivo più competitivo, ribadendo che ogni progetto che si arena rappresenta «un’opportunità che perdiamo come Paese». «Chi costruisce, oggi, in Italia si confronta con una doppia sfida: quella del mercato, che evolve e impone nuove regole, e quella dell’apparato amministrativo, ancora troppo lento, frammentato e contraddittorio», ha sottolineato Basile. «Un’opera pubblica si costruisce due volte: nei cantieri e sulle carte, tra silenzi, interpretazioni divergenti e firme che non arrivano».
Per questo, la semplificazione non può più essere oggetto di dibattiti astratti, ma una condizione indispensabile per garantire la sopravvivenza e la crescita del tessuto imprenditoriale. Basile ha espresso apprezzamento per segnali concreti arrivati dal Governo, come l’abrogazione dei regi decreti, il taglio di oltre trentamila atti prerepubblicani, l’istituzione della Zona economica speciale unica e l’avvio della digitalizzazione delle procedure autorizzative. «Ma non basta tagliare il passato – ha aggiunto – bisogna proteggere il futuro, in uno scenario internazionale sempre più instabile, tra dazi, riallocazioni delle catene di valore e concorrenza di Paesi che costruiscono in sessanta giorni ciò che in Italia autorizziamo in sei anni». Uno snodo fondamentale resta i nuovo Codice dei contratti pubblici, definito da Basile «un passaggio significativo», ma ancora zavorrato da un eccesso di sovrapposizioni normative. Le stazioni appaltanti si trovano a districarsi tra circolari, linee guida, sentenze e Faq in continuo mutamento, spesso in contrasto tra loro.
«Molti preferiscono l’inerzia alla responsabilità», ha osservato Basile, che ha rilanciato la proposta di una circolare interpretativa unica e vincolante a firma Mit–Anac, capace di garantire certezza e stabilità giuridica. Tra le richieste avanzate anche l’introduzione del silenzio-assenso nei sub-iter autorizzativi, tempi più rapidi e un’effettiva digitalizzazione del sistema. «Il principio del “once only”, ovvero il diritto per le imprese a fornire una sola volta le stesse informazioni alla Pubblica amministrazione, deve diventare realtà», ha affermato Basile, sollecitando l’integrazione tra banche dati nazionali e la creazione di un portale unico per Cila, Scia, permessi e autorizzazioni. «Troppi centri di spesa con risorse limitate e competenze disomogenee generano contenziosi, rallentamenti e inefficienze», ha concluso.
Il ministro Casellati ha raccolto le istanze del mondo produttivo, illustrando le recenti azioni normative del Governo, a partire dalla legge 56 del 2024 che ha dato avvio a un processo straordinario di semplificazione con l’abrogazione di oltre trentamila atti normativi prerepubblicani. Centrale anche l’incontro del 4 marzo scorso con il commissario europeo Valdis Dombrovskis, che ha aperto la strada a una collaborazione sulla semplificazione “a monte” del processo legislativo. Casellati ha poi sottolineato l’importanza del disegno di legge collegato alla manovra, in cui è stata introdotta la Vig – valutazione di impatto generazionale – una misura innovativa che guarda alle esigenze delle future generazioni. «La semplificazione normativa – ha dichiarato – è uno strumento strategico per rafforzare la competitività e attrarre investimenti, ma anche un modo per restituire fiducia e centralità a chi produce e crea valore nel Paese».
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