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L'iniziativa
26 Settembre 2025 - 12:45
Equità e giustizia sociale al centro delle proposte presentate dai Commercialisti alla Politica nel convegno “Pensioni e dinamiche demografiche: proposte e idee dei commercialisti” tenutosi nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, promosso dall’Area Lavoro dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e dei Revisori contabili.
L’incontro, moderato dal giornalista napoletano Alessandro Iovino, ha preso spunto dall’approfondita analisi della docente di diritto del lavoro della Federico II, Rosa Cirillo, ed ha affrontato questioni che incidono direttamente sulla vita di lavoratori, imprese, pensionati e giovani, a trent’anni dalla riforma Dini. Restano irrisolte disparità che generano disuguaglianze: l’accesso alla pensione contributiva a 71 anni per i soli “contributivi puri”, la perdita dei contributi versati oltre il massimale e le penalizzazioni per le donne con carriere discontinue.
Destinata a far discutere, l’idea del “contributo automazione”, una tassa di scopo sulle imprese che sostituiscono lavoro umano con robot, algoritmi e intelligenza artificiale. Una provocazione, ma anche un campanello d’allarme: se le macchine riducono la base contributiva, chi pagherà le pensioni di domani?
“Non è solo una questione di contabilità – ha spiegato la presidente del Gruppo ODCEC Area Lavoro, Cinzia Brunazzo – ma il segno di un Paese che non ha ancora avuto il coraggio di mettere al centro del dibattito la parità di genere e il lavoro discontinuo”.
Obiettivo dei Commercialisti, la correzione delle storture dell’attuale sistema e l’introduzione di misure innovative. Ed in particolare una graduale riduzione dell’orario di lavoro negli ultimi anni in cambio di assunzioni stabili, per favorire il passaggio generazionale e la trasmissione delle competenze; un maggiore sostegno alla previdenza complementare, con strumenti che permettano alle piccole imprese di gestire il TFR dei lavoratori. I Commercialisti hanno sottolineato il ruolo della categoria non solo come esecutori fiscali, ma come protagonisti sociali e consulenti previdenziali. Il tempo delle riforme – ribadiscono – non è più rinviabile.
E la politica? Il senatore Francesco Silvestro, di Forza Italia, promotore dell’incontro “per porre al centro del dibattito le pensioni”, ribadisce: “ Come Forza Italia abbiamo preso l’impegno di portarle a mille euro, un sogno che è stato di Silvio Berlusconi e che stiamo portando avanti nel programma del centrodestra e al quale, sono convinto arriveremo. Raccoglieremo, su questo tema, le indicazioni dei professionisti del lavoro e ne discuteremo. Il governo sta avviando un percorso per rallentare la legge Fornero, quello della pensione è un tema che riguarda tutti gli italiani e trovare soluzione che soddisfi tutti”.
Dal canto suo il vice presidente commissione Lavoro di Palazzo Madama, Orfeo Mazzella, “è effettivamente necessario porre delle correzioni; negli ultimi trent’anni in Italia abbiamo assistito ad una diminuzione sia del salario che della pensione e c’è urgenza di innovare il sistema, anche se da parte del governo pare di percepire, su questo argomento, un muro”.
Sul tema dell'automazione si è invece spinto Lucio Malan, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato per il quale “privilegiare il ruolo delle persone rispetto all’intelligenza artificiale, cosa che questo governo ha già attuato con il principio “più assumi e meno paghi”, mettendo in campo una forte detrazione. In questa direzione è importante continuare a tutelare il lavoro delle persone: le macchine devono essere al servizio dei lavoratori e non viceversa”.
“Si va comunque verso un nuovo modello contributivo – ha avvertito infine il senatore azzurro Alessandro Cattaneo. “Questo governo - ha affermato - si sta distinguendo per tenuta dei conti e serietà, vogliamo proseguire su questa strada ma allo stesso tempo risolvere il problema delle pensioni: farlo con la voce dei professionisti, che toccano ogni giorno con mano casi concreti, è per noi importantissimo e porteremo questo prezioso lavoro anche dentro alla prossima legge di bilancio”.
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