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28 Settembre 2025 - 10:27
Gli ultimi dati Istat sul turismo nel Mezzogiorno sono confortanti. Nel 2024 la crescita delle presenze ha superato quota 83 milioni, a fronte dei 79 milioni del 2023. L’incremento medio meridionale è stato del 5,1%, con la Sardegna che ha fatto registrare un aumento percentuale quasi doppio (9,9%), secondo in Italia solo a quello del Lazio. A livello di province, la sorpresa è Benevento, prima assoluta in Italia in questa graduatoria, con un salto in avanti del 22,7%. Il trend molto positivodel Sud è attestato dal fatto che, tra leprime 34 posizioni della classifica della crescita delle presenze turistiche, ben 22 sono occupate da province meridionali.
La permanenza media del turista nel Mezzogiorno è diventata molto più lunga, rispetto a quanto accadeva anni fa. La regione italiana dove si resta per più tempo è la Calabria, con una media di 4,7 notti per turista. Sopra la media nazionale di 3,3 notti figurano anche Sardegna (4 notti), Campania e Puglia (3,5 notti).
Il turismo nel Sud, dunque, sta vivendo una stagione esaltante, ma anche in questo settore si continua a registrare un divario con altre aree del Paese. Come rileva il Centro Studi Tagliacarne, la densità turistica è ancora troppo bassa: le presenze per chilometro quadrato non superano in media 738,2 unità, nemmeno la metà della media nazionale di 1543,2. Anche il segmento del turismo estero è ancora inferiore alle potenzialità: le presenze di stranieri sono il 43,7%, contro il 54,5% del dato nazionale. Nel Sud, inoltre, fatta eccezione per aree come quella napoletana, la componente stagionale resta dominante. In tre mesi si concentra il 54,8% delle presenze, contro il 47,1% nazionale.
A ben guardare, peraltro, queste distanze da colmare possono tramutarsi anche in margini potenziali di ulteriore sviluppo. Il brandNapoli, come quello Campania, sta riscuotendo attenzioni sempre maggiori da parte della domanda di turismo estero e di altre aree della nazione. La stessa cosa comincia a registrarsi per altre regioni del Mezzogiorno. Il percorso di crescita, insomma, è soltanto cominciato e promette di fare segnare step ancora più clamorosi nei prossimi anni.
Alle istituzioni centrali e locali il compito di sostenere questo processo virtuoso, con politiche e interventi adeguati, come ad esempio la creazione di strutture ricettive alberghiere e porti turistici di alto livello, in grado di calamitare verso le bellezze paesaggistiche meridionali un turismo di lusso, con maggiore capacità di spesa e più corpose ricadute per l’economia del territorio.
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