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Visconti (Ficei): energia e burocrazia dietro calo produzione

Il presidente dei consorzi industriali: costi e inefficienze, Pmi in difficoltà

Visconti (Ficei): energia e burocrazia dietro calo produzione

«Il calo della produzione industriale registrato dall’Istat per agosto – 2,4% su base mensile e – 2,7% su base annua – conferma la fragilità del sistema produttivo. Dietro i numeri, due criticità strutturali: il costo dell’energia e la lentezza dei processi autorizzativi».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente nazionale Ficei (l'ente che raggruppa i consorzi industriali italiani), commentando i dati Istat.
«Sul fronte energetico, le imprese italiane pagano tariffe più alte dei principali competitor europei. Nel 2024, secondo Eurostat, il prezzo medio dell’elettricità per le imprese non domestiche è stato di 0,25 euro per kWh, contro 0,17 in Francia e 0,18 in Spagna. Per i comparti energivori, come metallurgia e ceramica, ciò significa milioni di euro l’anno in costi aggiuntivi e margini sempre più compressi. – ha aggiunto –. A questa penalizzazione si aggiungono procedure lente per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Il rapporto 2025 di Utilitalia indica oltre 40 settimane per ottenere le autorizzazioni necessarie, contro le 18 della media europea. Un ritardo che frena la transizione energetica e impedisce alle imprese di abbattere i costi strutturali».
«Sul versante amministrativo, l’Italia resta tra i Paesi più lenti d’Europa: circa 238 giorni per aprire un’attività produttiva, secondo la Banca Mondiale. I procedimenti ambientali e urbanistici restano frammentati, generando ritardi che equivalgono a un’imposta occulta sulla competitività».
Secondo Visconti, «una risposta concreta» può venire dalla creazione di «sportelli unici nei consorzi industriali, capaci di coordinare le pratiche e ridurre i tempi decisionali».
«Tali strutture non si sovrappongono all’attività della Zess, ma la completano: la Zes pianifica e incentiva su scala macro, gli sportelli consortili attuano localmente, rendendo operative e concrete quelle semplificazioni. Solo così la strategia nazionale può tradursi in efficienza reale sui territori».
Ma, accanto alla semplificazione, «servono interventi stabili sul costo dell’energia. Il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) prevede 65 GW da rinnovabili entro il 2030, ma le imprese chiedono tempi certi, incentivi automatici e regole chiare. Nonostante le difficoltà, alcuni comparti – farmaceutico (+16,1%), mezzi di trasporto (+9,9%) e raffinazione (+7,1%) – dimostrano che la competitività è possibile quando le condizioni lo consentono».
«La lezione dei dati Istat è evidente – conclude Visconti –: l’industria non chiede sussidi, ma condizioni eque per produrre. L’efficienza, più della spesa pubblica, è oggi il vero moltiplicatore della crescita».

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