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Ponte sullo Stretto, stop della Corte dei Conti. Salvini: «Andiamo avanti, cantieri al via nel 2026»

Riunione di governo all’indomani del no al visto di legittimità alla delibera del Cipess sull'opera. La Corte: «Valutati solo profili giuridici»

Ponte sullo Stretto, stop della Corte dei Conti. Salvini: «Andiamo avanti, cantieri al via nel 2026»

Il ponte sullo Stretto di Messina si farà. "La maggioranza è compatta. Andiamo avanti con il progetto e siamo convinti che, dopo 160 anni, i cantieri partiranno". E' quanto ha assicurato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al termine della riunione che si è svolta a Palazzo Chigi, all’indomani della decisione della Corte dei conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull'opera. "Abbiamo appena concluso una riunione con Meloni e Tajani, che mi hanno dato mandato di proseguire lungo il percorso che vi ho appena illustrato. Ci tengo a dire ai siciliani e ai calabresi, ma anche a tutti gli italiani, che andiamo avanti. Ci viene richiesto un supplemento di produzione e di documentazione: lo faremo. Abbiamo aspettato un secolo, aspetteremo un secolo e due mesi".

Salvini si è detto "assolutamente tranquillo e determinato". "Abbiamo già calendarizzato i prossimi passi - spiega - al primo Consiglio dei ministri, nei prossimi giorni informerò i colleghi su come intendiamo procedere. L'obiettivo è mettere in sicurezza i fondi necessari per quest'opera, che siamo decisi a portare avanti. Attendiamo con la massima serenità i rilievi della Corte dei Conti, ai quali siamo convinti di poter rispondere punto per punto".

"La domanda è: il ponte serve, sì o no? Io penso che, al di là di ogni pregiudizio ideologico, la risposta sia sì. Se oggi un treno merci impiega tre ore e con il ponte ne impiegherà un quarto d'ora, mi pare evidente che serva. Daremo tutte le risposte richieste e i cantieri partiranno all'inizio del 2026". "Il mio obiettivo è realizzarlo, non mettere bandierine politiche. Non è il ponte di Salvini, è il ponte degli italiani. Farò e continuerò a fare tutto il possibile per avviare il cantiere e portarlo a termine. Serviranno sette anni di lavoro, e si stimano circa 120.000 unità di lavoro create durante il corso dei lavori. In un momento in cui tanti italiani, soprattutto in Calabria e in Sicilia, sono costretti ad andare all'estero per cercare un'occupazione, questo progetto rappresenta una grande opportunità: di speranza, di rilancio e di dignità", ha detto ancora il ministro delle Infrastrutture.

Per Salvini "ci sono in ballo decine di migliaia di posti di lavoro per giovani italiani: ingegneri, tecnici, manovali, operai, geometri, artigiani. Senza alcuno scontro tra i poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste. Ci sto lavorando da tre anni, continuerò a farlo per altri tre anni e due mesi, e poi - mi dicono gli ingegneri - in sette anni l'Italia avrà un'opera unica al mondo. E quindi va bene così".

"Aspettiamo i prossimi giorni per leggere i rilievi, ai quali siamo certi di poter rispondere punto per punto, e poi partiremo con i cantieri. In legge di bilancio lavoreremo per mettere in sicurezza tutti i fondi già stanziati. La Corte dei Conti - ha concluso - dovrà esprimere un parere di legittimità. Sono convinto che abbiamo rispettato tutte le norme, italiane ed europee, e lo dimostreremo".

Corte dei Conti: "Valutati solo profili giuridici"

Intanto in una nota oggi la Corte dei conti fa sapere che ieri, "tramite la Sezione di controllo di legittimità si è espressa su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del 'Ponte sullo stretto', senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera". "Il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti. Le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica che, tuttavia, deve svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati" conclude la Corte dei Conti.

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