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Commercialisti, a gennaio le elezioni territoriali

In oltre 70 città nasce la lista unitaria: «Segnale di maturità e visione comune»

Commercialisti, a gennaio le elezioni territoriali

Il sistema ordinistico dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si prepara a un appuntamento elettorale che, quest’anno, assume un significato particolarmente rilevante. Le elezioni territoriali che si terranno il 16 gennaio 2026 stanno infatti registrando una novità senza precedenti nella storia recente della categoria: in oltre 70 Ordini su tutto il territorio nazionale è stata presentata una lista unitaria.
Una scelta che rompe la tradizione di competizioni interne spesso frammentate e che, al contrario, mette in evidenza un segnale forte di coesione, responsabilità e visione condivisa. In un momento storico in cui la professione è chiamata ad affrontare cambiamenti profondi – dalla digitalizzazione alla riforma fiscale, dall’introduzione dell’intelligenza artificiale alla complessità del quadro economico – la volontà di presentarsi compatti appare un passo strategico e lungimirante.
Secondo i primi commenti degli addetti ai lavori, la formazione di liste unitarie risponde a due esigenze fondamentali: da un lato garantire stabilità e continuità amministrativa, dall’altro rafforzare la capacità degli Ordini territoriali di rappresentare con più forza gli iscritti nei confronti delle istituzioni, della politica e degli enti pubblici, in un contesto sempre più regolatorio e competitivo.
La professione, infatti, vive una fase di trasformazione strutturale. Le nuove funzioni richieste ai commercialisti – dal supporto alle imprese nelle transizioni digitali ed energetiche, alla gestione dei rischi, alla consulenza strategica – richiedono organismi ordinistici capaci di programmare, innovare e offrire servizi più avanzati agli iscritti. La lista unitaria, per molti, rappresenta proprio questo: una piattaforma unitaria di governance per affrontare da protagonisti le sfide che attendono la categoria nei prossimi anni.
L’aggregazione non riguarda soltanto i grandi Ordini metropolitani, ma anche molte realtà di medie e piccole dimensioni, che hanno scelto la strada della condivisione come antidoto alla frammentazione. Una dinamica interpretata dagli osservatori come un segnale di maturità, ma anche come un modo per rafforzare la capacità negoziale e politica della categoria a livello nazionale.
Sul piano economico, la compattezza degli Ordini potrebbe avere effetti indiretti importanti: una maggiore uniformità gestionale, una programmazione più efficace della formazione obbligatoria, iniziative condivise su digitalizzazione, sostenibilità, gestione del rischio e nuove opportunità per gli studi professionali. Temi che diventano centrali in un Paese in cui le piccole e medie imprese, principali clienti dei commercialisti, devono affrontare mercati globali sempre più complessi e competitivi.
Il clima che si respira nei territori è quello di una rinnovata volontà di collaborazione. La lista unitaria non elimina il confronto, ma lo sposta su un piano più costruttivo, orientato agli obiettivi e non allo scontro interno.
Mentre si avvicina la data del voto, il messaggio che emerge dalle candidature territoriali è chiaro: la categoria sceglie l’unità come leva per rafforzare la propria autorevolezza e per affrontare un decennio che sarà decisivo per la sua evoluzione.
Le elezioni degli Ordini territoriali non saranno quindi solo un passaggio amministrativo, ma un vero banco di prova per misurare la capacità dei professionisti italiani di fare corpo unico davanti alle grandi sfide economiche, tecnologiche e normative del futuro.

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