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16 Febbraio 2019 - 15:41
Il punto sulla filiera al convegno a Napoli nell'ambito di Nauticsud
NAPOLI. Una crescita del 33,1% dal 2014 al 2018. Un tessuto di 3100 imprese in Italia cche danno lavoro a 155.000 persone, con la Campania tra i protagonisti con circa 1700 imprese della filiera che danno lavoro a 15.000 persone. E' questa la fotografia del settore della nautica da diporto scattata nel corso di Nauticsud che oggi ha ospitato alla Mostra d'Oltremare di Napoli il covegno "Quale futuro per la nautica". Un futuro che deve puntare, è emerso, su internazionalizzazione e capacità di saldare la filiera per cogliere lo slancio dell'uscita dalla crisi.
«Il settore - ha spiegato Alessandro Battaglia, referente nazionale di Cna produzione - ha attraversato un'età d'oro dal 2000 al 2008 grazie a un benessere diffuso, a un sistema finanziamento in leasing poi impoloso. Poi è arrivata la crisi economica e c'è stato un crollo del -25% degli addetti. Al ridimensionamento hanno resistito con tenacia le imprese, che hanno resistito, grazie soprattutto all'export. Una tenacia che non è più sufficiente, per questo Cna è in campo per chiedere sostegni alla filiera che patisce per un sistema fiscale opprimente: serve una migliore collaborazione tra il settore e la politica». La Campania resta tra i protagonisti del settore, occupando il sesto posto in Italia tra le filiere regionali, secondo i dati Cna, come numero di imprese e addetti, grazie anche a un protagonismo dell'amore per il mare: la Regione si gioca il primo posto con la Liguria sul numero di patenti nautiche e sulle barche registrate. «La nota dolente - ha aggiunto Battaglia - resta quello dei posti barca, con un indice di affollamento di 1 nel rapporto tra barche registrate e posti disponibili per ogni barca, quindi c'è un solo posto dove attraccare».
Tante le sfide sul tappeto, per le imprese, «che devono essere pronte a combatterle», spiega Giuseppe Oliviero, consigliere delegato di Mostra d'Oltremare, ma anche per i giovani come quelli dell'Istituto Tecnico Galiani che hanno assistito al convegno: «Apritevi al mondo - ha detto loro Oliviero - studiate le lingue e specializzatevi, perché il settore della nautica offre enormi opportunità». Come quelle raccontate da Massimo Luise, imprenditore nel settore degli ormeggi, che ha ricordato come «un comandante di yacht arriva a guadagnare anche 200.000 euro l'anno, facendo un lavoro bellissimo». Nell'analisi del settore è entrato Leonardo Bianchi, del centro studi Cna, presentando il rapporto realizzato con Eures: «Al 2017 - ha spiegato - la nautica era ancora al -14% di fatturato in meno rispetto al 2008. Ma siamo di fronte a una netta ripresa sostenuta principalmente dall'estero: l'export nautico nel periodo 2013-2017 è cresciuto del 72%». E le prospettive sono di ottimismo come emerge dai sondaggi di Eures tra gli imprenditori che, ha spiegato Fabio Piacenti di Eures, «da qui al 2025 prefigurano la capacità del settore di recuperare interamente gli spazi di mercato che avevano prima della crisi economica». Sul rilancio influirà anche la capacità di mettere insieme la filiera, come ha sottolineato Gennaro Amato, presidente di Anrc (Associazione regionale nautica campana): «Aggregazione - ha detto - vuol dire avere la capacità di lavorare insieme e gli imprenditori stanno sempre più metabolizzando l'importanza della filiera. Siamo anche pronti ad allargare i nostri orizzonti associativi e per questo ci prepariamo a entrare in Cna, che identifichiamo come punto di riferimento, perché siamo convinti che la nautica sia prima di tutto artigianalità».
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