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02 Luglio 2019 - 12:54
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, torna a Bruxelles per la ripresa del Consiglio europeo sulle nomine dei vertici Ue. Per il premier quella di ieri è stata una serata al telefono, dopo il Cdm che ha approvato l’assestamento di bilancio. A quanto apprende l’Adnkronos, Conte è stato contattato da diversi leader europei in vista della riunione di oggi in cui si punta a chiudere la partita sui vertici dell’Unione europea. "Telefono bollente" per il capo del governo italiano, riferiscono alcuni stretti collaboratori.
Fonti di palazzo Chigi riferiscono inoltre di un incontro tra Conte e il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk prima del vertice di oggi. Al suo arrivo a Bruxelles, il premier ricorda a chiare lettere che l'Unione Europea è fatta da "28" Paesi, non solo "tre o quattro" ed escludere l'Italia dalle scelte per le cariche apicali dell'Ue è "un'offesa" per i "milioni" di cittadini italiani che hanno votato alle elezioni europee. Il Consiglio europeo è iniziato domenica alle 18 ed è stato sospeso ieri intorno a mezzogiorno. "Ieri ci siamo aggiornati - dice Conte - perché abbiamo cercato di far capire ai nostri colleghi che dobbiamo decidere tutti. Non possiamo avviare questa nuova legislatura sulla base di decisioni prese da un blocco precostituito. Ho spiegato ai miei omologhi che l'Europa è a 28, non a due, tre o quattro, e non a blocchi". "Io rappresento tutti i cittadini italiani e quindi, se l'Italia non partecipa alle decisioni, l'offesa non è al presidente del Consiglio italiano, ma ai milioni di cittadini italiani che hanno regolarmente votato, come tutti, e hanno diritto di essere rappresentati", scandisce il premier.
VISEGRAD - L'Italia, precisa Conte, ieri è riuscita a non far passare il cosiddetto 'pacchetto di Osaka' sulle nomine apicali dell'Ue facendo "asse" con 10 Paesi Ue, non solo con quelli del gruppo di Visegrad. "Abbiamo ottenuto questo risultato - dice il premier - sulla base di una intensa attività diplomatica, perché bisogna coinvolgere anche altri Paesi, altrimenti non si va da nessuna parte. Occorrevano almeno otto Paesi per creare un blocco: è scorretto dire che l'Italia ha fatto strategia con i Paesi di Visegrad". "Noi abbiamo fatto asse con altri 10 Paesi - prosegue il presidente del Consiglio - sicuramente con questi altri 10 Paesi noi abbiamo sensibilità diverse, non c'è una strategia e un'alleanza precostituita, predefinita. Semplicemente siamo riusciti a coinvolgere altri Paesi, tra cui anche quelli di Visegrad, ognuno con differenti sensibilità, su un obiettivo comune. Oggi partecipiamo a questo Consiglio - sottolinea - consapevoli di poter partecipare tutti alle decisioni".
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