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10 Ottobre 2015 - 11:43
Le esplosioni alla stazione, dove sarebbe dovuta partire una marcia pacifica per chiedere la fine degli scontri tra il Pkk e le autorità turche
ANKARA. Sono almeno 97 le persone uccise e circa 200 quelle rimaste ferite in seguito a una duplice esplosione alla stazione di Ankara, dove a mezzogiorno sarebbe dovuta partire una marcia pacifica per chiedere la fine degli scontri tra il Pkk e le autorità di Ankara nel sudest della Turchia. Lo ha reso noto il ministero degli Interni turco in un comunicato rilanciato dall'agenzia di stampa Dogan. Le deflagrazioni, secondo le prime informazioni, sarebbero avvenute a distanza di pochi minuti. Secondo l'agenzia di stampa Anadolu le esplosioni sarebbero state causate da kamikaze. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha convocato una riunione di emergenza a seguito delle due esplosioni. Alla riunione convocata da Davutoglu partecipano il vice permier Yalcin Akdogan, il ministro della Sanità Mehmet Muezzionglu, il ministro degli Interni Selami Altinok, il capo della polizia, quello dell'intelligence e il sindaco di Ankara, come ha riferito la Cnn turca.
Il leader del partito del Popolo repubblicano Chp, Kemal Kilicdaorglu, ha condannato la duplice esplosione. La Turchia non si merita questo, ha detto Kilicdaorglu, annunciando che il suo partito ha annullato tutti gli impegni in programma per oggi.
Il partito del Popolo repubblicano Chp è pronto a fornire qualsiasi sostegno per mettere fine al terrorismo, ha proseguito il suo leader, affermando che «dobbiamo agire con il massimo impegno congiunto». Il numero due del Chp, Gursel Tekin, ha quindi affermato che molti deputati del suo partito avevano in programma di partecipare alla marcia per rinnovare la richiesta di pace in Turchia.
Gli organizzatori della marcia pacifista che sarebbe dovuta partire a mezzogiorno dalla stazione di Ankara hanno annunciato di aver annullato la manifestazione. L'obiettivo della marcia era quello di chiedere la fine del rinnovato conflitto tra le autorità di Ankara e i miliziani curdi del Pkk nel sudest della Turchia.
Alla «marcia pacifica e democratica» era prevista la partecipazione di membri della Confederazione dei dipendenti del settore pubblico (Kesk), della Confederazione dei sindacati rivoluzionari dei lavoratori (Disk), l'Unione degli architetti e ingegneri turchi (Tmmob) e l'Assosciaione dei medici turchi (Ttb). Prevista anche la partecipazione del leader del partito filo curdo Hdp, Selahattin Demirtas, che stava finendo di preparare il discorso che avrebbe tenuto nella città a maggioranza curda di Diyarbakir quando sono avvenute le esplosioni.
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