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11 Gennaio 2020 - 17:33
"Un operatore della difesa aerea ha inviato un messaggio ai suoi superiori. Non ha ricevuto nessuna risposta per 10 secondi e ha deciso di abbattere" l'aereo. Così il comandante delle Forze aerospaziali dei Guardiani della Rivoluzione dell'Iran (i Pasdaran), il generale Amir Ali Hajizadeh, ha ricostruito l'iter che ha portato all'abbattimento del Boeing 737 dell'Ukraine International Airlines.
In quel momento, ha spiegato, l'Iran stava monitorando con particolare attenzione lo spazio aereo sopra le proprie basi militari. Quando l'aereo ucraino stava sorvolando vicino a una base nei pressi di Teheran, un ufficiale ha provato a contattare i suoi superiori per avvisarli, ma non è riuscito a contattarli. A quel punto, l'ufficiale aveva solo una manciata di secondi per decidere se l'aereo che stava passando rappresentasse una minaccia oppure no.
''Ho desiderato di essere morto e di non assistere a un simile incidente", ha aggiunto. I Pasdaran hanno ammesso la ''responsabilità'' dell'abbattimento del Boeing, a causa del quale hanno perso la vita 176 persone. Nel corso di una conferenza stampa a Teheran, il comandante ha detto che ''dopo aver saputo'' dell'esito dell'indagine ''sullo schianto dell'aereo ucraino, volevo morire''. L'incidente, ha aggiunto, è avvenuto in un momento in cui ''la possibilità di un conflitto'' tra Stati Uniti e Iran era a un ''livello senza precedenti'' dalla Rivoluzione islamica del 1979.
''Noi accettiamo la piena responsabilità per questo atto. Obbediremo e porteremo a termine tutte le decisioni che prenderanno le autorità'' in merito, ha detto Hajizadeh citato dall'Irna. ''Il disastro è avvenuto dopo un problema di comunicazione, ma questa non è una giustificazione e il fatto è imperdonabile''.
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