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14 Maggio 2020 - 10:38
SEUL. Crescono di giorno in giorno i timori a Seul per la diffusione di quello che viene definito "un virus veramente crudele". Sono infatti 133 i casi di Covid-19 confermati dalle autorità sanitarie in relazione a locali e discoteche del distretto di Itaewon. Preoccupano le catene di trasmissione dell'infezione nell'area metropolitana di Seul, che - con 25 milioni di abitanti - comprende Seul, la provincia di Gyeonggi e Incheon. Le autorità temono che il virus si sia diffuso con la ripresa della movida a fine aprile.
Fra i 133 contagi accertati in varie zone della Corea del Sud, ben 73 sono nella capitale, come riporta l'agenzia Yonhap. Dai dati diffusi dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Kcdc) emerge che 82 dei 133 casi riguardano persone che sono state a Itaewon, mentre le altre sono 'vittime' della catena di trasmissione dell'infezione. I due terzi hanno tra i 19 e i 29 anni.
A Incheon, a ovest della capitale, si registrano 14 casi di infezione e si ritiene siano collegati a un 25enne che è stato Itaewon e che ha poi trasmesso il virus ai suoi allievi, tutti teenager. Le autorità hanno invitato coloro che sono stati a Itaewon nel periodo 'incriminato' - tra il 24 aprile e il 6 maggio - a sottoporsi ai test. Intanto i Kcdc hanno confermato 26 casi di trasmissione locale di coronavirus a livello nazionale: 22 di questi tra Seul, la vicina provincia di Gyeonggi e Inhceon. Sono stati accertati anche altri tre casi 'importati' di coronavirus e nel Paese il totale dei contagi sale a 10.991 dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Sono invece 260 i decessi confermati in Corea del Sud a causa della pandemia di coronavirus.
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