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01 Luglio 2016 - 21:53
Il bilancio del blitz delle teste di cuoio è tragico. Un panettiere italiano si sarebbe salvato. Lo Stato islamico rivendica l'asalto al caffè. Il racconto dei testimoni: "Torturati ostaggi che non sapevano il Corano"
DACCA. È un bilancio tragico quello del blitz delle forze di sucurezza bengalesi a Dacca. L'Esercito parla di 20 ostaggi uccisi dai terroristi islamici che hanno assaltato il ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca. "Si tratta soprattutto di italiani e giapponesi", ma la Farnesina non conferma e per il momento parla solo di "probabile presenza di italiani tra le vittime", i nostri connazionali a cena nel locale erano 11. L'assalto, da parte di un gruppo di 8-9 uomini, è stato rivendicato via Twitter da Ansar Al Islam Bangladesh, un gruppo islamista legato ad Al Qaeda. All'interno della caffetteria si troverebbero una ventina di ostaggi. Secondo altre testimonianze, gli assalitori avrebbero urlato "Allahu Akbar", Allah è grande, facendo ritenere che potrebbe trattarsi di un attacco di matrice islamista.
FARNESINA - Non è esclusa la possibilità che vi siano anche alcuni italiani tra gli ostaggi, come riferisce la Farnesina. L'Unità di crisi del ministero degli Esteri e l'ambasciata italiana a Dacca si sono attivate e seguono la vicenda fin dall'inizio.
Intanto, un dipendente italiano del ristorante, si tratterebbe di un panettiere, sarebbe riuscito a mettersi in salvo. Lo ha riferito il direttore del ristorante, Sumon Reza, al Dhaka Tribune. Un altro dipendente straniero, un argentino, non sarebbe invece riuscito a fuggire. Reza ha inoltre riferito di aver visto due assalitori, entrambi sulla trentina, con armi da fuoco di piccole e un arma da taglio.
I TESTIMONI. Risparmiato chi era in grado di recitare il Corano, torturati gli ostaggi che invece non lo erano, spiega Rezaul Karim, il padre di uno degli ostaggi riusciti a sfuggire all'attacco del ristorante di Gulshan, il quartiere dei diplomatici di Dacca, in una intervista al quotidiano Daily Star. Hasnat Karim, la moglie Sharmin, la figlia 13enne Safa, e il figlio di otto anni Rayan, si trovavano al ristorante spagnolo per festeggiare il compleanno di Safa. "Gli assalitori non hanno maltrattato i bengalesi, hanno anche assicurato che fosse servito loro cibo durante l'assedio. Hanno effettuato verifiche sulla religione degli ostaggi chiedendo a tutti di recitare il Corano. Chi è stato in grado di recitare un verso o due è stato risparmiato, gli altri sono stati torturati", ha ricostruito il padre di Hasnet.
Tra le vittime italiane dell'attentato a Dacca in Bangladesh c'è un manager di origini casertane residente ad ACERRA, in provincia di Napoli. Si tratta di Vincenzo D'Allestro, 46 anni, nato a Wetzikon in Svizzera vicino a Zurigo, ha vissuto per tanti anni nel comune di San Potito Sannitico nel casertano prima di trasferirsi nel napoletano. Lascia la moglie, Maria Gaudio, con cui si era sposato nel 1993. Il sindaco e la polizia municipale si sono recati presso la sua abitazione in via Spinello
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