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Hillary Clinton prova a scacciare i fantasmi: «Mi sento già molto meglio»

Hillary Clinton prova a scacciare i fantasmi: «Mi sento già molto meglio»

La candidata democratica: non ho detto nulla della polmonite perché non credevo che fosse un grosso problema

NEW YORK. Hillary Clinton si sente già "molto meglio". A dichiararlo, in un'intervista telefonica con la Cnn è stata la stessa candidata democratica alla Casa Bianca, precisando di non aver rivelato la notizia della polmonite che le era stata diagnosticata perché non le sembrava "che fosse un grosso problema". Hillary ha poi ammesso di non aver dato ascolto al "saggio" consiglio di un medico che le aveva prescritto cinque giorni di riposo.

Ma cosa succede se Hillary Clinton si ritira?

La candidata democratica ha poi espresso l'auspicio di poter riprendere gli impegni in agenda entro un paio di giorni. Raccontando quanto le è accaduto alla cerimonia di commemorazione per la strage dell'11 settembre, quando ha accusato il malore, Hillary ha detto: "Mi girava la testa e ho perso l'equilibrio per un minuto, ma una volta entrata nell'auto, una volta che mi sono potuta sedere, ho bevuto un po' d'acqua, ho immediatamente cominciato a sentirmi meglio".

In realtà sono pochissime le persone che sono state informate da Hillary Clinton della diagnosi di polmonite. Lo rivela il 'New York Times', citando fonti prossime alla candidata democratica alla Casa Bianca. Dopo essere stata informata dal medico della causa della sua tosse persistente, Hillary ne ha parlato con i familiari e i più stretti collaboratori, convinta com'era del fatto che la malattia non fosse una questione di cruciale importanza per gli elettori e che gli avversari avrebbero invece potuto usare la notizia contro di lei. I pochi informati si sono sentiti ribadire l'intenzione della candidata di procedere con la campagna e con gli impegni già fissati.

Hillary chiaramente contava di potersi riprendere nel fine settimana, quando aveva in programma solo due impegni minori, secondo le fonti citate dal giornale. Ma il modo in cui la malattia è diventata di dominio pubblico - commenta il New York Times - ha ravvivato i timori tra i suoi sostenitori e le critiche tra i suoi detrattori per la tendenza della ex first lady a trincerarsi in una sfera di privacy non appena avverte una minaccia politica. Il suo desiderio di controllare in modo rigido le informazioni riguardanti la sua persona si è rafforzato durante gli anni '90, l'ha condizionata nell'uso del server di email private quando era segretario di Stato e ora rischia di farla sembrare un'altra volta una persona che ha qualcosa da nascondere, scrive il giornale.

Nel frattempo un noto medico nigeriano, Bennet Omalu, la cui vicenda fu raccontata nel film 'Zona d'ombra', avanza l'ipotesi che sia stata avvelenata. "Consiglio la campagna della Clinton di eseguire analisi tossicologiche del sangue della signora Clinton. E' possibile che sia stata avvelenata", ha twittato il medico la sera dell'11 settembre, diverse ore dopo che l'ex segretario di Stato era stata costretta ad ammettere di avere una polmonite. "Non ho fiducia in Putin e Trump. Con questi due tutto è possibile", si legge in un secondo tweet, inviato poco dopo dal medico.

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