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05 Febbraio 2022 - 18:13
Secondo i media marocchini, un'équipe medica specializzata in rianimazione è entrata nel tunnel come parte della squadra di soccorso del piccolo.
Questa mattina il padre ha avuto la possibilità di avere un contatto, anche se a distanza, con il figlio: "Gli ho parlato via radio, ho sentito il suo respiro, respira a fatica, ma è vivo". Al momento però non sono note le sue condizioni.
Dopo aver completato intorno alle 13.30 il tunnel parallelo, i soccorritori sono riusciti a raggiungere Ryan, il bimbo di 5 anni caduto martedì scorso in un pozzo di 32 metri nel borgo di Tamrout, vicino a Chefchauen, nel nord del Marocco. S
econdo i media marocchini, un’équipe medica specializzata in rianimazione è entrata nel tunnel come parte della squadra di soccorso del piccolo.
Al momento non sono note le sue condizioni
Questa mattina il padre ha avuto la possibilità di avere un contatto, anche se a distanza, con il figlio: “Gli ho parlato via radio, ho sentito il suo respiro, respira a fatica, ma è vivo“. Al momento però non sono note le sue condizioni.
Poiché il bambino si trova in un foro troppo piccolo perché i soccorritori possano raggiungerlo, è stato scavato un tunnel orizzontale, con il costante rischio di crolli legati al suolo instabile.
Sul posto sono stati schierati un elicottero medico della Royal Gendarmerie e personale medico specializzato in rianimazione, ha spiegato una fonte governativa all’agenzia maroccina Map.
Negli ultimi giorni i soccorritori hanno utilizzato una corda per portare ossigeno e acqua al bambino nei giorni scorsi, nonché una telecamera per monitorarlo.
Al momento, riferisce la Afp, non è però possibile sapere quali siano le condizioni di Ryan: «Non è possibile determinare le sue condizioni in questo momento, speriamo in Dio che il bambino sia vivo».
Sul posto anche i genitori del bambino e centinaia di uomini che, tenuti a distanza dai militari, osservano le operazioni di soccorso.
L’agenzia marocchina Map ha citato le parole di un funzionario secondo le quali è difficile stabilire la tempistica necessaria per la conclusione dell’operazione.
Sul posto, ha detto la stessa fonte, sono presenti anche un elicottero medico della Royal Gendarmerie e personale medico specializzato in rianimazione.
Acqua e ossigeno attraverso un sondino
Ryan era scivolato nel pozzo a 32 metri di profondità a Tamrout, a cento chilometri di distanza da Chefchaouen sui monti del Rif, dove è rimasto bloccato in uno spazio non superiore ai 25 centimetri. Nelle ultime ore gli venivano inviati – attraverso un tubicino – acqua e ossigeno.
Tutto il Marocco, un paese intero è rimasto idealmente affacciato all’imboccatura del pozzo con pensieri e preghiere. Per salvare Ryan, la Protezione civile ha impiegato sei scavatrici per aprire un altro pozzo, molto più grande, a pochi passi dal suo pertugio; una volta arrivati in profondità, ieri mattina all’alba, i soccorritori hanno iniziato, centimetro dopo centimetro, a scavare in orizzontale un tunnel che riuscisse a raggiungere il posto di Rayan senza però farlo crollare. Ultimo ostacolo per raggiungere il bimbo: una roccia che per ore, stamattina, è stata tenacemente picconata.
«Resto fiducioso che mio figlio uscirà vivo da questo pozzo — ha dichiarato ieri sera il papà di Rayan alla televisione di stato 2M — Ringrazio tutti coloro che si sono mobilitati e coloro che ci sostengono in Marocco e altrove». Una storia, quella di Rayan, che a noi italiani ricorda tanto quella di Alfredino Rampi, Vermicino 1981.
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