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25 Ottobre 2022 - 20:22
La docuserie contiene anche l'intervista all'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali, sui cartelli della droga sudamericani
Si chiama «High: confessioni di una trafficante di droga a Ibiza» la mini serie su Michaella McCollum prodotta dalla Bbc e trasmessa in mezzo mondo, compresa l'Italia, da Netflix. Michaella McCollum fu arrestata il 6 agosto del 2013, a soli 20 anni, all’aeroporto internazionale Jorge Chavez di Lima, in Perù, insieme a una coetanea perché nel loro bagaglio fu rinvenuta cocaina per un valore di 1,5 milioni di sterline. Il 17 dicembre 2013 le due sono state condannate a sei anni e otto mesi di reclusione nel famigerato carcere di Ancon 2 in Perù. Nella serie è la stessa protagonista che racconta quel periodo vissuto all’insegna del rischio e di come è cambiata la sua vita da quando è diventata nota come la trafficante di droga con lo chignon gigante tra i capelli.
Nella docuserie c’è anche un’interessante intervista rilasciata proprio al canale britannico dall’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali, in qualità di esperto di narcotraffico e cartelli della droga. Tirelli, tra le altre cose, ha raccontato l’importanza del «mulo» (colui che trasporta gli stupefacenti) per i cartelli colombiani: «Lo spacciatore, come Michaella, è un semplice numero in un giro d’affari enorme». Un giro d’affari che a Ibiza, nel periodo estivo (quello di massima affluenza) sfiora i 400mila euro al giorno. La serie tv, e la storia di Michaella McCollum, è stata anche protagonista di un articolo del Financial Times.
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