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03 Aprile 2023 - 16:26
Una donna, identificata come Darya Trepova, è stata fermata perché sospettata dell'omicidio del blogger militare russo Vladlen Tatarsky, ucciso ieri nell'esplosione di un bar di San Pietroburgo. In un video dell'interrogatorio condotto dalle forze di sicurezza russe e postato sul sito del ministero degli Affari interni di Mosca, la donna ammette di aver consegnato una statuetta esplosiva al 40enne filo-putiniano. Alla domanda sul motivo per cui era stata arrestata, Trepova ha risposto ''direi, per essere stata sulla scena dell'omicidio di Vladlen Tatarsky. Ho portato lì questa statuetta, che è esplosa".
Una confessione che tuttavia non convince il marito della donna, Dmitry Rylov, che ritiene che la moglie "possa essere stata incastrata". "Darya non è una estremista, anche se era contro la guerra e per aver partecipato a una protesta era stata fermata il 24 febbraio dello scorso anno", ha spiegato l'uomo che farebbe parte del Partito libertario, un gruppo di opposizione. "E' vero che nessuno di noi due siamo a favore della guerra in Ucraina, ma riteniamo che azioni come quella di ieri siano inammissibili. Sono certo al 100 per cento che non avrebbe mai acconsentito a una cosa come questa, se ne fosse stata al corrente", ha precisato.
Nata a San Pietroburgo il 16 febbraio 1997, Trepova è stata arrestata nell'appartamento che aveva preso in affitto nel quartiere Pushkinsky a marzo, dopo essersi trasferita nella città portuale russa da Mosca, ha reso noto il sito di notizie locali Fontanka. Secondo altri siti di notizie della città, Shot e 112, l'appartamento si trova a soli cinque minuti a piedi dal locale in cui Tatarsky ieri è stato ucciso. Secondo Shot, la 26enne ieri è andata a casa a cambiarsi abiti dopo l'attentato.
Fermate anche la madre e la sorella, ma fonti del ministero dell'Interno precisano che le familiari di Trepova "non sono detenute". "Stiamo conducendo interrogatori - aggiungono - sulla base dei risultati di questi, assumeremo una decisione sulla loro posizione".
I media russi ieri hanno riportato che ad uccidere Tatarsky, il cui vero nome era Maksym Fomin, sarebbe stato un ordigno nascosto in una statuetta che una donna, presentatasi come un'artista di nome Nastya, ha donato al blogger poco prima dello scoppio. Secondo le prime informazioni fornite dagli inquirenti, sarebbero stati utilizzati almeno 200 grammi di esplosivo. Fomin, seguito su Telegram da oltre 560mila persone, era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l'appoggio totale all'invasione dell'Ucraina ed era apparso come ospite del gruppo pro guerra chiamato Cyber Front Z. Le autorità russe hanno aperto un'inchiesta per omicidio.
E' intanto salito a 32 il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione. Tra i feriti, di cui 10 in modo grave, vi è anche un 14enne. L'esplosione ha devastato il locale, distruggendo anche le vetrate. Secondo informazioni riportate da Anton Gerashenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino, il locale sarebbe stato riconducibile in passato a Yevgheny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner.
L'ANALISI - Secondo gli analisti dell'American Institute for the Study of War (ISW), l'uccisione del blogger può essere intesa come un monito al capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin. "L'uccisione di Fomin in un bar legato a Wagner a San Pietroburgo potrebbe rivelare ulteriori fratture nel Cremlino e nella sua cerchia ristretta", si legge in un report. L'assassinio di Fomin - sottolinea l'Isw - potrebbe essere la prova che la tolleranza di Vladimir Putin per i blogger militari si sta "generalmente indebolendo", ma potrebbe anche essere il risultato della "vicinanza di Fomin e Prigozhin". "L'omicidio di Fomin nel bar di Prigozhin è probabilmente parte di una più ampia escalation di conflitti interni russi che coinvolgono il gruppo Wagner. Fomin era un critico del comando militare russo e del Ministero della Difesa russo".
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