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25 Novembre 2023 - 19:58
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Israele a Hamas: "Ostaggi liberi entro mezzanotte o attacchiamo"
La tregua nella Striscia di Gaza è a rischio. Israele sarebbe pronto a riprendere l'offensiva se gli ostaggi non saranno rilasciati entro mezzanotte. A riferirlo è la tv israeliana 'Channel 12' che cita un funzionario israeliano in una giornata cruciale. L'intesa, attuata ieri con la liberazione dei primi 13 ostaggi israeliani nella prima delle 4 giornate di cessate il fuoco, oggi vacilla.
"Tutte le affermazioni di Hamas secondo cui Israele avrebbe violato l'accordo sono false. Questo è un tentativo di propaganda di Hamas. Israele ha rispettato tutti i suoi obblighi. Hamas mette in imbarazzo i mediatori di Egitto e Qatar", ha aggiunto.
Il giallo sul rilascio degli ostaggi
Hamas avrebbe annunciato un ritardo sul rilascio degli ostaggi israeliani alla Croce Rossa. Lo riferiscono media israeliani sottolineando che il gruppo sosterrebbe che alcune condizioni non sarebbero state rispettate da Israele. "Abbiamo deciso di posticipare il rilascio del secondo gruppo dei rapiti fino a quando Israele non rispetterà i termini dell'accordo di rilascio del secondo gruppo di prigionieri palestinesi e di portare tutti i camion di aiuti umanitari previsti nel nord della Striscia di Gaza", sottolinea l'ala militare di Hamas secondo quanto riferisce 'Channel 12'.
Secondo altre fonti rilanciate da alcuni media israeliani ma anche dalla 'Cnn' e da altri media israeliani la consegna degli ostaggi israeliani da parte di Hamas sarebbe iniziato.
Secondo Barak Ravid di 'Axios' che cita una fonte vicina al dossier tra i nodi da sciogliere ci sarebbe quello dei prigionieri palestinesi che secondo l'accordo dovrebbero essere rilasciati da Israele in cambio degli ostaggi. "Hamas e Israele hanno concordato che il criterio per il rilascio dei prigionieri palestinesi sarà la quantità di tempo trascorso in prigione. Chi avrà scontato più tempo verrà rilasciato per primo. Venerdì non era così e Hamas sostiene che si tratta di una violazione", spiega Barak Ravid citando la sua fonte. Hamas, inoltre, riferiscono altri media israeliani, sostiene che Israele avrebbe violato i termini del cessate il fuoco utilizzando droni e non sarebbero arrivati tutti i camion previsti di aiuti umanitari a Gaza.
"Posso solo dire che c'è stato un rinvio della liberazione degli ostaggi all'ora attuale" dice ai microfoni di 'Bfm Tv', è Olivier Rafowic, un portavoce dell'Idf, le Forze di difesa israeliane. "Gli ostaggi non sono attualmente in Israele, sono bloccati da Hamas".
Saranno 13, e non 14 come era stato detto da alcune fonti questa mattina, gli ostaggi israeliani rilasciati. Secondo quanto ricostruisce Haaretz, Israele aveva chiesto di aggiungere un altro ostaggio alla lista dei 13 identificando un'altra persona che rientrava nei termini fissati dall'accordo, cioè il rilascio di madri e figli insieme, se i figli hanno meno di 19 anni.
Ma per Hamas - alla quale era stato offerto il rilascio quindi di 42 prigionieri invece di 39 - la richiesta di Israele non rispettava i termini e quindi non è stata accolta, riferiscono fonti straniere che stanno seguendo i negoziati, spiega il sito del giornale israeliano. E quindi si è ritornati al numero originario di 13 ostaggi e 39 prigionieri palestinesi rilasciati.
Tra i 13 israeliani rilasciati ieri, solo quattro erano bambini e le altre donne. Il 7 ottobre Hamas e altre fazioni attive nella Striscia di Gaza hanno rapito circa 240 persone, tra cui circa 40 bambini. I cinque ostaggi israeliani rilasciati ieri e ricoverati nel Centro medico Wolfson sono ''in condizioni mediche stabili'', ha reso noto lo stesso Centro medico in una nota. I pediatri del centro medico Schneider hanno quindi giudicato ''buone'' le condizioni di salute dei quattro bambini israeliani rilasciati ieri, così come anche delle quattro donne liberate con loro. I bambini si trovano ora riuniti insieme alle loro famiglie in ambienti dedicati del centro medico Schneider, supportati da squadre di psicologi e medici. Lo riporta l'emittente N12.
Quattro dei dieci cittadini thailandesi che sono stati rilasciati ieri non erano stati ufficialmente elencati come rapiti, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Bangkok, spiegando che sono ancora venti i cittadini thailandesi che risultano rapiti. I dieci cittadini tailandesi liberati sono stati identificati come Natthawaree Moonkan, Santi Boonphrom, Boonthom Phankhong, Mongkhol Phajuabboon, Withoon Phumee, Wichai Kalapat, Bancha Kongmanee, Buddee Saengboon, Uthai Thunsri e Uthai Sangnuan.
Hamas denuncia "violazione accordo da Israele"
"Da parte di Israele ci sono state molte violazioni dell'accordo" con Hamas entrato in vigore ieri e che prevede una tregua di quattro giorni mentre avviene uno scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. Lo ha dichiarato il consigliere del capo dell'ufficio politico di Hamas, Taher al-Nunu, ad Al Jazeera, sottolineando che in questo modo ''Israele mette a rischio l'accordo''. Ma nel giorno in cui una delegazione del Qatar è arrivata in Israele, al-Nunu ha anche affermato che Hamas è ''aperto alle proposte dei mediatori e siamo pronti a esaminare nuovi accordi''.
La delegazione inviata a Tel Aviv dal Qatar, che ha un ruolo di mediazione chiave tra Hamas e Israele, avrebbe come obiettivo proprio quello di discutere i termini dell'accordo e i suoi sviluppi.
Ad al-Jazeera, l'esponente di Hamas ha detto che Israele non ha rispettato gli accordi relativi al rilascio dei prigionieri e all'ingresso dei camion con gli aiuti umanitari nella Striscia. "Se Israele non si impegna a fornire aiuti al nord di Gaza, mette a rischio l'intero accordo", ha affermato al-Nunu, aggiungendo che "Israele ha anche violato l'accordo facendo aprire il fuoco ai soldati in diverse località, provocando la morte di due persone".
Media: cittadini Usa non dovrebbero essere rilasciati oggi
I cittadini americani non dovrebbero far parte del secondo gruppo di ostaggi rilasciati sabato. Lo riferisce la 'Cnn' che cita un funzionario statunitense sottolineando che tuttavia la Casa Bianca resta "fiduciosa" sul fatto che i tre cittadini americani dovrebbero essere rilasciati nei prossimi giorni. "Il presidente ha assicurato il rilascio di due cittadini americani in vista poi di un più ampio rilascio di ostaggi. Siamo all'inizio del processo che vedrà almeno 50 donne e bambini rilasciati durante la prima fase dell'accordo", ha detto un funzionario della Casa Bianca.
"Siamo fiduciosi che ci saranno tre donne e bambini con doppia nazionalità, che sono cittadini americani. Questo si svolgerà nei prossimi giorni. Non commenteremo i singoli casi mentre il processo è in corso".
La tregua di quattro giorni, entrata in vigore alle 7 di ieri mattina ora locale, può potenzialmente essere estesa di un giorno in più per ogni gruppo di altri 10 ostaggi liberati da Hamas.
"Non tornate a Nord di Gaza", l'appello delle Idf ai cittadini
Il portavoce arabo delle Forze di difesa israeliane, il colonnello Avihai Adrei, ha intanto ribadito questa mattina l'appello alla popolazione della Striscia di Gaza chiedendo loro di non tornare al nord dell'enclave palestinese approfittando della tregua. In un videomessaggio diffuso attraverso i social, Adrei ha detto "spostatevi a sud di Gaza City. Non cercate di spostarvi verso il nord della Striscia di Gaza. Non è consentito entrare in mare. Non è consentito avvicinarsi a meno di un chilometro dal confine. Per la vostra sicurezza, seguite queste istruzioni".
Aiuti umanitari a nord di Gaza, prima volta da inizio guerra
Per la prima volta dall'inizio della guerra vengono oggi distribuiti aiuti umanitari alla popolazione palestinese nel nord della Striscia di Gaza. Lo conferma l'Ocha, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa degli affari umanitari. La distribuzione degli aiuti era stata finora impedita a Gaza City e nel nord dell'enclave palestinese perché considerata zona di guerra. Sono 200 i camion con gli aiuti umanitari che sono entrati nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Cogat, il coordinatore delle attività governative nei territori secondo quanto riporta 'Haaretz'. I camion contengono cibo, acqua, attrezzature per rifugi e forniture mediche.
Sirene d'allarme a confine Israele-Libano
Scattano intanto in mattinata le sirene di allarme per il sospetto ingresso in Israele di droni sono suonate questa mattina nel nord del Paese, al confine con il Libano. Lo ha reso noto il comando interno delle Forze di difesa israeliane (Idf) aggiungendo poi che ''l'incidente è finito''.
Delegazione Qatar a Tel Aviv
Una delegazione ristretta del Qatar è arrivata in Israele per far progredire il rilascio degli ostaggi ed assicurare la realizzazione dell'accordo raggiunto. Secondo quanto riporta il sito di Haaretz, una fonte diplomatica ha spiegato che "il team del Qatar è arrivato per coordinare le parti sul terreno e le controparti a Doha con l'obiettivo di assicurare che l'accordo continui a progredire senza problemi e discutere altri dettagli sull'accordo in corso".
Questa mattina i media israeliani avevano dato la notizia che un jet privato del Qatar, proveniente da Cipro, era atterrato all'aeroporto internazionale di Ben Gurion, a Tel Aviv. Il Qatar, che ha stretti legami con Hamas, ha svolto un ruolo chiave, insieme all'Egitto, nel mediare la tregua, con lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.
Appello di Hamas a comunità internazionale
E' un appello alla comunità internazionale, al ''mondo'' perché ''sostenga la causa palestinese e stia dalla parte dei palestinesi'' quello rivolto da Hamas nel secondo giorno di tregua. ''Va fermato il genocidio a Gaza'', ha aggiunto Hamas, affermando che ''vanno riconosciute le responsabilità dell'occupazione che commette il crimine di uccidere i bambini, i civili''.
17 palestinesi feriti trasferiti in Egitto
Oggi sono stati 17 i palestinesi feriti trasferiti in Egitto attraverso il valico di Rafah. Lo rendono noto fonti del governo egiziano alla Cnn, specificando che dalla parte egiziana del valico sono passati 340 camion di aiuti che però non avrebbero ancora raggiunto Gaza perché devono passare prima i controlli degli israeliani. Tra questi camion vi sono sette autocisterne per il carburante e quattro per il gas.
Spagna e Belgio
Hamas apprezza la posizione "chiara e coraggiosa" espressa da Pedro Sanchez e da Alexander de Croo che, durante una visita al valico di Rafah, hanno chiesto la fine delle uccisioni a Gaza, provocando l'ira di Israele che ha formalmente protestato con gli ambasciatori di Spagna e Belgio. "Apprezziamo la posizione chiare e audace del primo ministro belga e del premier spagnolo che hanno condannato la distruzione di Gaza e la morte indiscriminata di civili", si legge in un comunicato di Hamas che apprezza in modo particolare il fatto che il premier spagnolo abbia fatto riferito "alla possibilità che il suo Paese assuma la decisione unilaterale di riconoscere lo stato palestinese se l'Unione Europea non farà questo passo".
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