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Grecia, Varoufakis: <br>«Se vince il "Sì" <br>mi dimetto»

Grecia, Varoufakis: <br>«Se vince il "Sì" <br>mi dimetto»

Obama e Renzi: riportare la Grecia sulla strada delle riforme

ATENE. Il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis ha dichiarato che si dimetterà se vincerà il "Sì" al referendum di domenica. Intervistato da Bloomberg Tv, Varoufakis ha riposto negativamente quando il giornalista gli ha chiesto se sarà ancora al suo posto lunedì sera in caso di vittoria del 'Sì'.

Mercoledì Alexis Tsipras ha parlato al popolo greco, sottolineando che di votare a "No" al referendum ma dicendo al tempo stesso di essere sempre pronto al negoziato. "Il no è un passo decisivo per l'accordo a cui puntiamo", ha dichiarato il primo ministro greco in un atteso discorso televisivo.

Intanto il presidente americano Barack Obama e il presidente del Consiglio Matteo Renzi «hanno convenuto sull'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia su una strada di riforme e finanziamenti che porti alla crescita e la sostenibilità del debito all'interno dell'Eurozona». Lo riporta un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Casa Bianca, in cui si informa che i due leader hanno parlato al telefono degli ultimi sviluppi in Grecia.

Obama e Renzi, si legge, hanno rimarcato che i loro collaboratori «sono in stretto contatto e stanno monitorando gli sviluppi economici in Grecia, così come i mercati finanziari».

Ma dal punto di vista di altri mercati, quelli dei beni alimentari, la chiusura delle banche e i controlli sui capitali stanno provocando problemi nell'importazione e nella distribuzione. A quanto scrive il sito Ekathimerini, citando fonti del settore del commercio al dettaglio, importatori e produttori greci hanno problemi a pagare i loro fornitori all'estero e in patria, mentre gli autotrasportatori si trovano in difficoltà per i costi della benzina e dei pedaggi.

Secondo le fonti del giornale, la settimana prossima si potrebbero verificare scarsità di alcuni beni alimentari importati di largo consumo, come carne, fagioli e riso. Viene inoltre citato il caso di una società che distribuisce una nota marca alimentare straniera, la quale dispone di scorte del prodotto ma si trova in difficoltà perché non può più ottenere dall'estero le confezioni per l'imballaggio.

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