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06 Luglio 2015 - 17:09
L'ex titolare delle Finanze: lo faccio per favorire l'intesa con i creditori
Renzi: Atene non è l'unico problema dell?Europa
ATENE. Con un post sul suo blog e su Twitter dal titolo «Minister No More!», Yanis Varoufakis annuncia le sue dimissioni, dopo la vittoria schiacciante dei no al referendum in Grecia, per facilitare l'intesa. «Subito dopo l'annuncio dei risultati del referendum - spiega - sono stato messo al corrente di una certa preferenza di alcuni partecipanti dell'Eurogruppo e 'partner' vari per una mia... 'assenza' dalle loro riunioni. Una soluzione che il primo ministro ha giudicato potenzialmente utile per lui per trovare un accordo. Per questo lascio oggi il ministero delle Finanze». Varoufakis spiega che l'esito del referendum di domenica 5 luglio «resterà nella storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è ribellata alla stretta del debito». Per questo «considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras a sfruttare come ritiene opportuno il capitale che il popolo greco ci ha garantito con il referendum di ieri». Nel primo pomeriggio l'annuncio: Euclides Tsakalotos è il nuovo ministro delle Finanze greco. La conferma, dopo le indiscrezioni successive alle dimissioni di Yanis Varoufakis, giunge dall'emittente greca Skai TV. Il nuovo ministro delle finanze greco Euclide Tsakalotos aveva già preso il posto di Varoufakis come capo negoziatore con le 'istituzioni' creditrici lo scorso aprile.
Intanto sull'esito del referendum in Grecia, Renzi chiosa: ora l'Europa lavori per la crescita di tutti. «Ci sono due cantieri da affrontare rapidamente nelle capitali europee e a Bruxelles. Il primo riguarda la Grecia, un paese che è in una condizione economica e sociale molto difficile. Gli incontri di domani dovranno indicare una via definitiva per risolvere questa emergenza» scrive il presidente del Consiglio su Facebook. "Il secondo - ancora più affascinante e complesso, ma non più rinviabile - è il cantiere dell'Europa. Da mesi - prosegue- stiamo insistendo per discutere non solo di austerity e bilanci, ma di crescita, infrastrutture, politiche comuni sulla migrazione, innovazione, ambiente. In una parola: politica, non solo parametri. Valori, non solo numeri".
"Se restiamo fermi, prigionieri di regolamenti e burocrazie -conclude il premier- l'Europa è finita. Ricostruire una Europa diversa non sarà facile, dopo ciò che è avvenuto negli ultimi anni. Ma questo è il momento giusto per provare a farlo, tutti insieme. L'Italia farà la sua parte".
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