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Esteri
10 Ottobre 2025 - 08:35
Dopo 735 giorni di guerra, entra in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha votato nelle prime di oggi, venerdì 10 ottobre 2025, a favore dell'accordo con Hamas he prevede la liberazione degli ostaggi israeliani ancora trattenuti in cambio di prigionieri di sicurezza palestinesi e la cessazione dei combattimenti.
Secondo quanto rende noto è il Times of Israel, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) prevedono di completare entro le 12 il ritiro delle truppe fino alle linee di schieramento concordate a Gaza, nel quadro dell'accordo. Una volta completato, l'Idf manterrà il controllo di poco più della metà del territorio della Striscia, ovvero il 53%.
Le parole di Netanyahu
Rivolgendosi al governo, il premier israeliano ha affermato che Israele "sta per ottenere" il ritorno dei suoi ostaggi. ''Abbiamo combattuto in questi due anni per raggiungere i nostri obiettivi di guerra", ha detto Netanyahu palando in inglese, insieme ai principali collaboratori della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner. "Uno dei principali obiettivi di guerra è la restituzione degli ostaggi, tutti gli ostaggi, vivi e morti. E stiamo per raggiungere questo obiettivo", ha aggiunto il premier israeliano.
Netanyahu ha affermato che Israele "non avrebbe potuto raggiungere questo obiettivo senza lo straordinario aiuto del presidente Trump e del suo team, Steve Witkoff e Jared Kushner che hanno lavorato instancabilmente con Ron (Dermer, ndr) e il suo team, il nostro team. E questo, insieme al coraggio dei nostri soldati, nell'entrare a Gaza e nell'unire la pressione militare e diplomatica che ha isolato Hamas, credo ci abbia portato a questo punto". Witkoff e Kushner hanno contribuito a mediare le trattative per l'accordo ed entrambi hanno partecipato alla riunione del gabinetto che lo ha approvato.
Le opposizioni
L'approvazione è arrivata nonostante le forti obiezioni dei partner della coalizione di estrema destra del premier. Il Times of Israel afferma comunque che l'accordo ha incontrato l'opposizione del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, del ministro del Negev, della Galilea e della Resilienza nazionale Yitzhak Wasserlauf e del ministro del Patrimonio Amichay Eliyahu del partito di estrema destra Otzma Yehudit.
Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro degli Insediamenti e dei Progetti Nazionali Orit Strock del partito Sionismo Religioso hanno votato contro l'accordo, mentre il ministro dell'Immigrazione Ofir Sofer, anch'egli membro del partito, ha votato a favore.
Trump lunedì in Israele
Donald Trump sarà lunedì in Israele: atterrerà all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv poco dopo le 9 di lunedì mattina, e sarà accolto con una cerimonia ufficiale: a rendere noti i nuovi dettagli sulla prossima visita del presidente degli Stati Uniti in Israele è l'emittente televisiva israeliana Canale 12.
Da lì, Trump si recherà direttamente alla Knesset a Gerusalemme per tenere un discorso prima dell'inizio della festività di Simchat Torah, che inizia lunedì sera. A riferirne è il Times of Israel.
La visita sarà breve, secondo quanto riferisce l'emittente. Dopo il discorso al parlamento israeliano, il presidente degli Stati Uniti tornerà all'aeroporto per la partenza. Se questo verrà confermato, Trump non avrà tempo di fermarsi nella Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv.
Usa invieranno 200 militari
Gli Stati Uniti dispiegheranno un contingente di 200 militari in Medio Oriente per "supervisionare" il cessate il fuoco. Lo affermano alti funzionari statunitensi spiegando che l'ammiraglio Brad Cooper, capo del Comando Centrale delle forze armate statunitensi, "inizialmente avrà 200 uomini sul campo. Il suo ruolo sarà quello di supervisionare, osservare e assicurarsi che non vi siano violazioni". Del team dovrebbero far parte anche funzionari militari egiziani, qatarioti, turchi e probabilmente emiratini. Un secondo funzionario afferma che "nessuna truppa statunitense è destinata a entrare a Gaza".
Una fonte vicina alla questione ha dichiarato al Times of Israel che le truppe statunitensi saranno probabilmente di stanza in Egitto, dove svilupperanno un centro di controllo congiunto e integreranno altre forze di sicurezza che lavoreranno a Gaza per coordinarsi con le forze israeliane ed evitare scontri.
Raid Idf su Khan Younis
Secondo quanto riferisce l'emittente al-Jazeera, dopo il via libera all'accordo i caccia israeliani hanno condotto raid aerei su Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Al momento non ci sono notizie di vittime.
E a Khan Younis è iniziato il rientro dei residenti palestinesi nelle aree dalle quali si stanno ritirando le forze israeliane. A riferirne sono media locali citati dal Times of Israel. Non si tratta al momento di chi dal sud della Striscia vuole tornare al nord, dove sono ancora presenti le truppe israeliane, ma di sfollati che nelle ultime ore si sono messi in movimento per raggiungere Khan Younis dalla zona ad est della città dove erano stati costretti a riparare.
Tajani: "Italia parteciperà a ricostruzione Gaza e a missione militare"
L'Italia è pronta a fare la sua parte. ''Parteciperemo alla ricostruzione'' e a ''una missione militare per garantire l'unità e la riunificazione della Palestina dopo la prima task force che prevede la presenza di militari americani e dei Paesi arabi'', ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a 'Mattino Cinque' su Canale 5. ''Sono convinto che parteciperemo anche alla governance del cambiamento'', ha aggiunto Tajani parlando di una ''Italia protagonista'' e sottolineando le ''grandi considerazioni'' nei confronti del nostro Paese. Citando ''l'importante vertice che si è svolto ieri a parigi tra paesi europei e mondo arabo su come aiutare'', Tajani ha detto che ''dall'Arabia Saudita agli Emirati alla Germania, tutti danno un grande peso al nostro ruolo''. ''Siamo all'inizio di un percorso'' perché ''la tregua è sempre fragile, tocca a noi lavorare per rinforzarla'', ha aggiunto.
''Si tratta di missioni di pace'' e quindi, ''in sintonia con gli americani credo che tutta la maggioranza sarà favorevole a una presenza di militari italiani'', in linea con ''il piano di pace americano che abbiamo sempre sostenuto''. ''Abbiamo già i nostri carabinieri a Gerico, in Cisgiordania, per formare la polizia palestinese, e alle porte di Rafah'', ha ricordato Tajani affermando che ''ora si può incrementarne la presenza'' anche perché ''noi italiani siamo ben visti sia dai palestinesi, sia dagli israeliani''.
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