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06 Aprile 2019 - 14:27
L'Eni ha deciso di evacuare il personale italiano in Libia, dove da due giorni si registrano scontri seguiti all'annuncio del generale Khalifa Haftar di voler marciare su Tripoli. E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti informate, secondo cui si tratta di "una decisione precauzionale", come già avvenuto in altre occasioni. Il personale italiano dell'Eni in Libia è presente a Tripoli, nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a sud. L'evacuazione del personale italiano della compagnia petrolifera è avvenuta in raccordo con la Farnesina. "La situazione nei campi è sotto controllo e stiamo monitorando l'evolversi della situazione con molta attenzione", ha detto all'Adnkronos un portavoce dell'Eni. Il gruppo petrolifero italiano, aggiunge il portavoce dell'Eni, "non ha personale attualmente presente a Tripoli".
Nel frattempo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres avrebbe proposto a Fayez Serraj e Khalifa Haftar un incontro a Ginevra per fermare l'escalation militare, incontro al quale il generale avrebbe acconsentito, rifiutando però la richiesta di fermare l'operazione per la 'liberazione' di Tripoli. E' quanto dicono all'Adnkronos fonti informate, secondo cui Guterres avrebbe fatto la sua proposta di ripresa del negoziato giovedì a Serraj, che avrebbe accettato, anche se prima che Haftar lanciasse la sua 'marcia' verso la capitale. Poi ieri, a Bengasi, il numero uno dell'Onu avrebbe fatto la stessa offerta al generale, che si sarebbe detto pronto ad un incontro a Ginevra, ma continuando però la campagna militare per "ripulire Tripoli da criminali e terroristi". Una condizione evidentemente inaccettabile per Guterres, che, come scritto su Twitter ieri sera, ha lasciato la Libia "con il cuore pesante e profonda preoccupazione". Già nei giorni scorsi si era parlato di un possibile faccia a faccia nella località svizzera tra i leader di Tripoli e Bengasi, un incontro saltato, secondo fonti vicine al Consiglio presidenziale, per le eccessive condizioni poste dal generale.
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto alle forze dell'Esercito nazionale libico di fermare tutti i movimenti militari" ha detto l'ambasciatore tedesco all'Onu, Christoph Heusgen, presidente di turno per il mese di aprile del Consiglio, leggendo una dichiarazione dopo il briefing a porte chiuse dell'inviato speciale Onu per la Libia, Ghassan Salame. Il Consiglio chiede inoltre "a tutte le forze di bloccare l'escalation e di fermare le attività militari". "Non ci può essere - ha concluso Heusgen - una soluzione militare al conflitto".
Questa mattina sono ripresi gli scontri alla periferia sud di Tripoli tra le forze filo Haftar e quelle fedeli al Consiglio presidenziale libico come riferiscono all'Adnkronos fonti informate, secondo cui l'impressione nella capitale è che tra il pomeriggio di oggi e la giornata di domani ci possa essere "uno scontro importante" per entrare a Tripoli tra l'Esercito nazionale libico impegnato nell'operazione Karama (Dignità) e le forze che combattono il generale nell'operazione Wadi al Dum 2.
Dopo una notte di calma attorno a Tripoli, l'aviazione militare ha eseguito un raid contro le truppe fedeli al generale Haftar di stanza a Gharian, località distante un centinaio di chilometri dalla capitale libica. Lo riferisce l'emittente 'al-Jazeera', ricordando come Gharian sia stata conquistata giovedì dagli uomini dell'autoproclamato Esercito nazionale libico senza combattere.
Ieri sera le forze fedeli al governo libico di concordia nazionale, guidato da Fayez al-Serraj, hanno ripreso il controllo dell'aeroporto internazionale della capitale e di Qasr bin Ghashir, località distante pochi chilometri dallo scalo. Nel pomeriggio, secondo quanto si apprende da fonti libiche, potrebbe esserci invece "la battaglia per Jufra tra le forze di Misurata e quelle di Haftar". "Chi prende la città situata nel cuore della Libia acquista una posizione strategica", spiegano le fonti, sottolineando come la località sia essenziale per i rifornimenti da Bengasi all'Esercito nazionale libico.
Intanto gli uomini di Haftar, dopo scontri con le forze fedeli al consiglio presidenziale libico, si sono ritirati da al-Aziziya, località alle porte di Tripoli, verso Gharian, dove erano entrati giovedì senza combattere. Lo ha annunciato ai giornalisti Emad Trabelsi, capo del servizio di sicurezza generale a Tripoli, secondo quanto riferito dal portale d'informazione 'Libyan Express'.
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