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Blindati e lacrimogeni, caos Venezuela

Blindati e lacrimogeni, caos Venezuela

Torna il caos in Venezuela. In un video diffuso sui social, il presidente dell'assemblea nazionale venezuelana, l'autoproclamatosi presidente ad interim, Juan Guaidò ha annunciato di aver dato inizio "alla fase finale dell'Operazione Libertà", sotto la premessa che "il momento è ora". "Mi trovo con le principali unità militari della nostra Forza armata" ha spiegato Guaidò, rimarcando di avere l'appoggio avere l'appoggio di "un gruppo molto importante" di membri delle Forze Armate e non solo a Caracas, ma "in tutto il Paese".

"Resisteremo fino a quando non avremo un Venezuela libero - ha poi scritto su Twitter Guaidò -. Abbiamo parlato con i nostri alleati della comunità internazionale, abbiamo il loro sostegno in questo processo irreversibile per cambiare il nostro Paese".

LACRIMOGENI E MEZZI ANTISOMMOSSA - Intanto, il Paese sembra sull'orlo della guerra civile. La Guardia Nacional del Venezuela, per reprimere la sollevazione civile e militare, ha fatto uso di lacrimogeni davanti alla base militare La Carlota fuori Caracas. Ma la situazione non si è placata: almeno due mezzi antisommossa del le forze armate venezuelane si sono lanciati contro i gruppi di manifestanti, come documentano le immagini mostrate dalle emittenti televisive. I due veicoli hanno puntato verso i civili nella zona di plaza Altamira.

"Qui a Valencia la Guardia Nazionale sta intervenendo contro chi manifesta. I militari vogliono riaprire l'autostrada, ci sono lanci di lacrimogeni" denuncia Antonella Pinto, presidente dei giovani italo-venezuelani all'Adnkronos, descrivendo così la situazione nello stato venezuelano di Carabobo, a circa 160 km dalla capitale.

LIBERATO LOPEZ - Oggi il leader dell'opposizione venezuelano, Leopoldo López, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato liberato in un'azione condotta da forze anti-chiaviste e coordinata da Guaidò. La conferma è arrivata dal diretto interessato e dal presidente ad interim. Lopez - incarcerato da Nicolas Maduro il 18 febbraio 2014, nel pieno delle proteste - a settembre 2015 era stato condannato a 13 anni e 9 mesi di reclusione ed era stato rinchiuso nel carcere di Ramo Verde, fino alla decisione di concedergli i domiciliari nel luglio 2017. "Sono stato liberato da militari agli ordini della Costituzione e del presidente Guaidò" ha scritto poi su Twitter il leader di Voluntad Popular. "Mi trovo nella Base La Carlota. Mobilitiamoci tutti. E' ora di conquistare la libertà. Forza e Fede".

IL DISCORSO DI GUAIDO' - Accompagnato da López e da un gruppo di soldati, Guaidò ha voluto esortare i militari e la popolazione civile a scendere in strada per chiedere la "cessazione definitiva dell'usurpazione". L'appello è rivolto anche "ai dipendenti pubblici" per "recuperare la sovranità nazionale". Quindi, dicendo di trovarsi anche lui nella base aerea di La Carlota, situata alla periferia di Caracas, ha ringraziato i "coraggiosi" per il sostegno e ha assicurato che le Forze armate sono "chiaramente dalla parte del popolo, fedeli alla Costituzione".

GLI ARRESTI - Intanto, secondo quanto riportano fonti giornalistiche locali, i militari che appoggiano Guaidò avrebbero arrestato a Maracay il generale Carlos Armas Lopez, presidente della Cavim, l'azienda pubblica che controlla e gestisce gli armamenti e le dotazioni delle forze armate.

LA REAZIONE DI MADURO - Il governo venezuelano, dal canto suo, ha denunciato che è in corso un tentativo di "colpo di Stato" da parte di "militari traditori": "Informiamo il popolo del Venezuela che in questo momento ci stiamo scontrando e stiamo neutralizzando un piccolo gruppo di militari traditori" ha scritto su Twitter il portavoce del governo di Maduro, Jorge Rodriguez. Mentre Maduro, via Twitter, ha ribadito di tenere i "nervi d'acciaio". "Ho parlato con i comandanti di tutte le regioni e le zone del Paese - si legge nel tweet del presidente eletto - mi hanno manifestato totale fedeltà al popolo, alla costituzione, alla patria. Chiedo la massima mobilitazione popolare per garantire la vittoria della pace. Vinceremo!".

SOCIAL BLOCCATI - In Venezuela, in queste ore, è difficile accedere a Twitter e Facebook e complicato navigare online. L'azienda statale Cantv ha ridotto drasticamente l'accesso degli utenti al web e in particolare ai social network: è il quadro delineato dall'osservatorio Netblocks, specificando che "l'accesso a ciascun servizio rimane disponibile a intermittenza visto che le restrizioni non appaiono efficaci al 100%".

L'APPOGGIO DEGLI USA - "Gli Stati Uniti vi appoggiano fino a quando la libertà e la democrazia saranno ristabilite". ha scritto il vice presidente americano, Mike Pence, in un tweet in cui rinnova l'appoggio di Washington a "Juan Guaidó, all'Assemblea Nazionale ed a tutti quelli che mano la libertà in Venezuela e che stanno scendendo in piazza per l'operazione libertà". "Estamos con ustedes!", stiamo con voi, ha concluso, in spagnolo, il messaggio del vice di Donald Trump.

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