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“Quale Giustizia?”: ripensare l’ordinamento giudiziario alla luce del caso Palamara

Tavola rotonda del Rotary Club di Aversa tra magistrati, avvocati e intellettuali

“Quale Giustizia?”: ripensare l’ordinamento giudiziario alla luce del caso Palamara

AVERSA. La giustizia italiana è al centro di un intenso dibattito, innescato dalle rivelazioni del caso Palamara, che ha portato alla luce il ruolo delle “correnti” nella magistratura. La tavola rotonda “Quale Giustizia?”, organizzata dal Rotary Club di Aversa, ha offerto un’importante occasione di confronto tra figure di spicco del panorama giuridico nazionale.

Moderato dall’Avv. Carlo Maria Palmiero, presidente del Rotary Club di Aversa, l’incontro ha visto la partecipazione di autorevoli esponenti del sistema giudiziario: Luca Palamara, ex magistrato e autore di “Il Sistema” e “Lobby e Logge”, ha portato la sua esperienza personale, esponendo come le correnti condizionino il percorso dei magistrati; Giuseppe Cioffi, magistrato e Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Napoli Nord, ha sottolineato la necessità di una riforma che garantisca una giustizia autonoma e tempestiva; Raffaele Costanzo, penalista e consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, ha enfatizzato l’impatto delle correnti anche sulla tutela dei diritti degli imputati; Alfonso Quarto, noto penalista, ha discusso dell’importanza dell’equità e della trasparenza nel sistema giudiziario; Giovanni Russo, direttore di TeleClubItalia, ha esplorato il ruolo dei media nel riflettere e influenzare la percezione della giustizia tra i cittadini.

Al centro del dibattito, anche le prospettive di riforma previste dal recente Disegno di Legge Costituzionale per istituire una Corte disciplinare autonoma e ridurre l’influenza delle correnti. Il Prof. Rocco Romeo, giornalista e scrittore, ha chiuso l’incontro sottolineando l’importanza di una giustizia indipendente e trasparente come fondamento di uno stato democratico. “La riforma della giustizia non può più essere rinviata – ha affermato Romeo – perché i cittadini devono poter tornare a riporre fiducia nella magistratura”.

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