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Dolore sessuale, il 16 e 17 ottobre 2025 convegno a Palazzo Cappuccini

Si parte con il corso base di sessuologia clinica “La forza del piacere”, tenuto dalla dottoressa Raffaella De Simone, ginecologa e sessuologa

Raffaella De Simone

Raffaella De Simone

Far luce sul dolore più intimo e sommerso delle donne, su alcune forme di dolore intrusive, subdole e molto difficili da riconoscere come il dolore della pelvi, il dolore della sfera genitale e il dolore sessuale. È questo il focus della due-giorni che si terrà a Napoli il 16 e 17 ottobre, a Palazzo Cappuccini (Corso Vittorio Emanuele 730), con i due eventi “La forza del piacere” e “Gli intrecci del dolore” riservati a medici ginecologi, ostetriche, psicologi, infermieri e fisioterapisti.

Si parte giovedì con il corso base di sessuologia clinica “La forza del piacere”, tenuto dalla dottoressa Raffaella De Simone, ginecologa e sessuologa, un appuntamento richiesto dopo il successo dell’anno scorso quando il corso registrò il sold out. Si parlerà di come fare la diagnosi delle forme di dolore sessuale, come distinguere tra le varie forme di dolore (dispareunia, vulvodinia, vaginismo, atrofia vaginale), dei vari test diagnostici, attraverso l’analisi di tanti casi clinici e l’applicazione della medicina rigenerativa.

Si chiude poi venerdì 17 ottobre con il convegno vero e proprio “Gli intrecci del dolore”, che tratterà tutte le comorbidità e le diagnosi differenziali delle forme di dolore genitale pelvico e sessuale. Si avvicenderanno sul palco tanti relatori, ospedalieri ed universitari, esperti nel campo.

“Si tratta di argomenti difficili, di cui nell’aggiornamento scientifico ancora si parla molto poco, un po’ per retaggio culturale, un po’ perché gli esperti nel campo sono ancora pochi laddove invece, paradossalmente, i social sono invasi da influencers che parlano di endometriosi, vulvodinia e di come queste patologie hanno cambiato la loro vita e le loro relazioni” è il commento di Raffaella De Simone, organizzatrice dell’evento. “Noi specialisti dobbiamo stare al passo con i tempi e soprattutto dobbiamo saper accogliere la richiesta forte di queste nostre pazienti che soffrono e chiedono di riavere indietro una buona qualità di vita”, aggiunge.

Tra le varie sessioni del congresso è stata voluta fortemente una dedicata alle pazienti oncologiche, perché purtroppo l’età delle donne che si ammalano di tumore della mammella e di tumori della sfera ginecologica si è abbassata notevolmente. “Nel mio quotidiano mi trovo sempre più spesso al cospetto di donne tra i 30 e i 50 anni costrette ad una menopausa chirurgica o farmacologica e quindi affette dalla cosiddetta sindrome genitourinaria della menopausa che porta con sé una grave atrofia vaginale e quindi dolore sessuale, a parte il disagio psicologico fortissimo legato ad un’immagine corporea diversa, alterata, spesso menomata”, commenta ancora De Simone.

Il convegno vuole rispondere a una domanda precisa: quanti specialisti ginecologi, senologi, chirurghi oncologi, al cospetto di una paziente con diagnosi di cancro a cui è stata salvata la vita, hanno pensato “già che vive è una gran fortuna”? Ma come vive? Come va la sua vita quotidiana, la percezione del suo corpo, la sua genitalità, la sua relazione nella sessualità?

Il convegno “Gli intrecci del dolore” si propone quindi di fornire le giuste competenze per saper identificare l’origine del dolore e soprattutto saper escludere altri distretti o ancora essere in grado di riconoscere le sovrapposizioni e gli intrecci delle forme di dolore, consente di formulare una esatta diagnosi, di inquadrare bene la richiesta di aiuto e personalizzare la terapia sui veri bisogni della paziente.

Un simbolo della complessità affettiva e identitaria della sessualità umana, scelto per annunciare il congresso perché racconta con forza visiva e intensità emotiva, il dolore, la divisione interiore, ma anche la connessione profonda tra le diverse parti di sé.

Questa immagine parla della sessualità come esperienza complessa, spesso attraversata da tensioni tra corpo e mente, desiderio e ferita, identità e relazione, una vena che collega un cuore integro ed un cuore aperto, lacerato, un legame emotivo, affettivo, talvolta traumatico. Nella clinica della sessualità incontriamo ogni giorno storie di doppiezze interiori, conflitti non detti, connessioni profonde e ferite invisibili.

“Le due Frida” invita a guardare questi intrecci non come contraddizioni da risolvere, ma come espressioni dell’umano che meritano ascolto, spazio e soprattutto cura, in un’ottica di individualizzazione, personalizzazione di una terapia globale cucita come un abito su misura per ogni paziente.

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