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L'iniziativa

Arriva il XVII Festival del Cinema dei Diritti Umani

Due settimane di proiezioni, incontri e riflessioni sugli scenari internazionali

Arriva il XVII Festival del Cinema dei Diritti Umani

NAPOLI. Terre che erano promesse e oggi sono rubate. Terre che portano con sé la memoria di popoli che vedono negata la loro identità, eppure resistono per mostrare che il futuro del pianeta è di chi saprà resistere all’annientamento e accettare l’altro, pur difendendo la propria memoria. È intorno a questa idea che prende forma il XVII Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, in programma dall’11 al 21 novembre 2025, con una serata conclusiva speciale il 29 novembre a Piazza Forcella dedicata all’anteprima nazionale del film “Sniper Alley – To My Brother”, coprodotto dal Festival e firmato da Cristiana Lucia Grilli e Francesco Toscani, con cui saranno celebrati i 20 anni dell’Associazione Cinema e Diritti.

Il tema scelto per l’edizione 2025, “Terre promesse, terre rubate. Popoli senza pace”, attraversa le grandi contraddizioni del presente e mette a confronto le storie di tre popoli perseguitati (sahrawi, curdi e palestinesi) che “resistono ai loro oppressori e dimostrano di saper vivere in promiscuità e in condizioni anche estreme”.

«I racconti dei popoli senza pace – spiega Maurizio Del Bufalo, coordinatore del Festival – illustrano la condizione dell’umanità di domani, in cui la condivisione degli spazi e delle risorse fondamentali, ovvero la convivenza pacifica tra i popoli, sarà sempre più urgente. La loro capacità di adattamento è la risorsa più preziosa con cui si preparano ad un futuro in cui i nuovi equilibri sociopolitici metteranno alla prova tutto il genere umano. Per questo, la Peace School Mario Paciolla, anteprima della XVII edizione del nostro Festival, è un esempio concreto di come si possa educare alla Pace i nostri giovani, formandoli all’ascolto di queste nuove esperienze e alla collaborazione tra le comunità del mondo, al rispetto dei Diritti universali, preparandosi a un lavoro altamente professionale e orientandoli verso i centri di formazione più qualificati».

Come ogni anno, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, organizzato dall’Associazione Cinema e Diritti, propone una serie di eventi internazionali, dibattiti e anteprime che affiancano il concorso cinematografico. Partner primario, insieme alla Regione Campania e al Comune di Napoli è, da tre anni, l’Università L’Orientale di Napoli, antico e prestigioso ateneo di fama internazionale.

Dal 11 al 21 novembre, lo Spazio Comunale Piazza Forcella, il Palazzo Corigliano sede dell’Università L’Orientale e il Cinema Vittoria accoglieranno testimoni, studiosi, giornalisti, attivisti e studenti in un percorso che attraversa i racconti del Cinema dei Diritti Umani e i luoghi simbolo dei conflitti contemporanei.

Da diciassette anni il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è un punto di riferimento per il cinema civile e per la promozione dei diritti umani nel Mezzogiorno. Promosso dall’Associazione Cinema e Diritti, con il contributo di Regione Campania, Film Commission Regione Campania, Comune di Napoli, Università L’Orientale, e il patrocinio della Confederazione Elvetica e dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, il Festival aderisce allo Human Rights Film Network patrocinato da Amnesty International ed è sostenuto da Banca Etica, Un Ponte Per, FICC e Assopace Palestina.

«Napoli è una città di frontiera – conclude Del Bufalo – e noi l’abbiamo eletta, sin dal 2005, Capitale dei Diritti Umani per la sua vocazione di città di mare e di scambi. Qui si incontrano popoli, lingue e storie che il nostro Cinema riesce a descrivere bene. In un tempo in cui la guerra sembra essere la via d’uscita obbligata di ogni controversia, noi ribadiamo il valore della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, indicando la strada della Pace, dei Diritti e dell’Eguaglianza. Perché il nostro Cinema è da sempre la voce dei popoli oppressi in cerca di liberazione, popoli a cui offriamo la nostra solidarietà e di cui ammiriamo la tenace resistenza».

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