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Terrore nella notte
01 Luglio 2024 - 15:22
AVERSA. «Era una bestia: vestito tutto di nero. Alto e robusto. Il ladro che mi sono trovata di fronte dentro casa, nel cuore della notte, aveva un accento balcanico e ho temuto il peggio». Notte di paura per una famiglia di Aversa. I ladri hanno fatto irruzione in casa nonostante la presenza di una madre con i propri figli.
I malviventi sono entrati dopo le 23, quando nell’abitazione era presente solo uno dei ragazzi, 19enne, che è stato anestetizzato. La madre e il fratello minore erano fuori per prendere un po’ d’aria, insieme con una vicina. «Al rientro – racconta la signora, una professionista locale – mi sono accorta che la porta era chiusa con un numero di mandate superiore a quelle che ricordavo di avere dato, avendo mio figlio in casa. Ho pensato che fosse stato lui a volersi blindare, per maggior sicurezza. Poiché in passato siamo stati vittime di altri furti».
«Poi – aggiunge – mio figlio più piccolo, che era entrato insieme con me, ha detto di avere avvertito un rumore in casa, come se ci fosse qualche estraneo. Io, per rassicurarlo, gli ho risposto che si era sbagliato e insieme ci siamo seduti sul divano per guardare in tv dei documentari».
La serata è andata per le lunghe, finché il figlio minore della signora si è addormentato e la mamma ha pensato di portarlo a letto. Quando stava per accingersi anche lei a spegnere le luci, ha avvertito più chiaramente dei rumori in casa.

«Ho, dunque, abbinato a questo rumore tutti gli altri strani dettagli: la porta con le diverse mandate, altri suoni avvertiti all’ingresso da mio figlio minore e anche quel sonno troppo profondo del più grande, che non si è svegliato al nostro rientro. Per sentirmi sicura, quindi, ho posto un fermo alla vetrata che chiude fuori il mio balcone. Abitiamo al primo piano all’interno di un parco molto popolato». È stato in quel momento che la padrona di casa si è accorta dell’ombra nera che le si stagliava di fronte. Era il ladro che si trovava evidentemente in casa sin da quando lei era rientrata con il figlio minore. Il malvivente aveva atteso sul balcone di poter rientrare per “rimettersi all’opera” e forse avrebbe anestetizzato anche la signora e il ragazzo più piccolo.

È stato scoperto mentre era alle prese con il fermo che gli aveva bloccato l’ingresso in casa. Ma non si era dato per vinto.

«Quando ho capito di trovarmi di fronte il ladro, non sapendo cosa fare per neutralizzarlo e temendo un’aggressione – racconta la donna – ho cominciato a urlare con tutta l’aria che avevo nei polmoni. Urla che hanno risvegliato prima il mio figlio piccolo, al quale ho consigliato di scappare in casa della nostra vicina. Poi il mio figlio maggiore, il quale, nonostante lo stato di stordimento e di torpore in cui si trovava, a causa dell’anestetico che aveva inalato, è riuscito ad alzarsi dal letto. Lui stesso ha dato urla feroci, prima dalla sua camera, spaventato perché non riusciva a svegliarsi e terrorizzato dalle mie urla, avendo temuto che fossi vittima di un’aggressione. Il timbro minaccioso della sua voce ha spaventato anche me perché era un tono irriconoscibile e ho pensato che forse un altro estraneo fosse nascosto nella sua camera. Poi lui è uscito agitando una mazza da baseball».
«E il ladro - aggiunge la vittima - che questa volta avrà temuto una reazione anche del vicinato, si è lanciato dal balcone».

La signora racconta che insieme con il figlio hanno visto il malvivente fare un salto dal primo piano della loro abitazione, come un gatto. «Sembrava un acrobata - ha esclamato la donna – Ma una volta giù, si è allontanato con una calma incomprensibile. C’era un’auto nera, molto grande, che lo aspettava. Mio figlio ha continuato ad urlargli contro ed io a chiedere aiuto. La delusione è che nessuno è accorso in nostro aiuto. Nonostante abitiamo in un palazzo con molti appartamenti. Sul balcone abbiamo trovato un braccialetto di scarso valore che appartiene a mio figlio. E proprio contro di lui, quell’essere spregevole ha rivolto parole sarcastiche, di grande provocazione, da cui abbiamo riconosciuto un accento dei Paesi dell’Est».
I carabinieri, chiamati ad intervenire, hanno ammesso che il grado di omertà ad Aversa rende spavaldi i malviventi che si introducono nelle abitazioni senza remore né timore di trovarsi a fronteggiare alcuna reazione da parte della popolazione.
Dopo le 3 di notte, la famiglia rimasta ormai da sola e con questo terribile trauma ha provato ad andare a letto. «Ma da quando abbiamo vissuto questa terribile esperienza, non si riesce più a prendere sonno – conclude la vittima del raid – Sono preoccupata per lo spavento che lascerà nei miei figli una traccia di rabbia e di impotenza. E della sensazione di trovarsi in un ambiente socialmente privo di solidarietà e di generosità. Infatti, da subito, hanno detto di volere andare via da questa città. E stiamo cercando casa altrove».
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