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La riflessione
30 Maggio 2025 - 11:52
Martina Carbonaro
Per quasi tre decenni ho avuto davanti a me ragazze come Martina e ragazzi come Alessio: per 28 anni, infatti, ho insegnato in un Istituto professionale ad Afragola. In tutto quel tempo, e ancora oggi, sono convinta che Afragola, nel bene e nel male, custodisca valori che altrove sembrano ormai scomparsi. Cosa intendo parlando dei valori degli afragolesi? Mi riferisco, ad esempio, a un rispetto profondo, oggi quasi del tutto perduto, nei confronti dei docenti, da parte delle famiglie e trasmesso da loro ai figli.
Parlo anche dell’indiscussa importanza attribuita al nucleo familiare, della forte fede verso il Santo Patrono e di altri aspetti che, nel loro insieme, delineano una comunità ancora legata a certe radici. Ma Afragola conserva anche valori che oggi, giustamente, vengono messi in discussione. So che ciò potrà suscitare reazioni contrastanti, ma sono convinta che, sebbene in misura non totalizzante, sia ancora diffusa una mentalità che relega la donna a un ruolo subordinato. Questa visione emergeva chiaramente nei comportamenti degli adolescenti, maschi e femmine, con cui mi confrontavo ogni giorno.
Le ragazze, in particolare, erano spesso educate a "stare un passo indietro", eppure bastava poco per far emergere in loro una giusta e naturale voglia di indipendenza e affermazione. Nei primi mesi di scuola non e ra raro che la loro massima aspirazione fosse trovare un fidanzato. Ma col tempo, grazie al percorso formativo scolastico, cominciavano a farsi spazio aspirazioni diverse, legate al lavoro e all'autonomia.
Alla fine del triennio, molte di loro avevano, ormai fermo in se stesse, l’obiettivo di avviarsi verso una professione che potesse garantire indipendenza economica e realizzazione personale. I ragazzi, invece, soprattutto nei primi anni, tendevano a replicare il modello del "maschio alfa", con battute sarcastiche rivolte alle compagne e atteggiamenti che tradivano una mentalità ancora patriarcale. Anche con loro si avviavano percorsi educativi volti a decostruire tali convinzioni e comportamenti.
E, nella maggior parte dei casi, negli ultimi anni di scuola si notavano cambiamenti significativi, purché non vi fossero realtà familiari, culturali o ambientali troppo radicate a ostacolare il cambiamento. Per Alessio, però, non è stato così. Alessio non ha accettato la libertà di Martina.
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