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Truffe su auto di lusso, sequestro da mezzo milione a 73enne

Tra le vittime anche imprenditori stranieri

Truffe su auto di lusso, sequestro da mezzo milione a 73enne

SAN VALENTINO TORIO. I Carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni per un valore di 530mila euro a carico di due persone, emesso dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore su richiesta della Procura nocerina. I reati contestati a vario titolo sono trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata e autoriciclaggio, in concorso. Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di ricostruire che un 73enne di San Valentino Torio (Salerno), con precedenti anche di tipo associativo, ex sorvegliato speciale e già colpito nel 2020 da un sequestro per un ammontare di 600mila euro, in concorso con un imprenditore 70enne del posto, ha aperto una fittizia attività di compravendita di auto di lusso e d'epoca al fine di commettere truffe contro concessionari esteri e successivamente "ripulire" i proventi economici attraverso la collaborazione di imprese compiacenti. 

Il modus operandi si è rivelato lo stesso già adottato dal 73enne per la commissione di numerose truffe analoghe nel corso degli anni, per le quali è già imputato insieme ai suoi complici: ha prima dato vita all'impresa, registrandola alla Camera di Commercio di Salerno e intestandola fittiziamente al complice, poi ha individuato la sede operativa in un ufficio a Milano e ha cercato potenziali clienti di società estere di compravendita di auto di lusso, ritenuti più facilmente raggirabili, attraverso l'invio di email con allegate liste di veicoli di pregio a prezzi molto concorrenziali. La vittima, un imprenditore francese titolare di un'attività di impresa in Spagna, a seguito dei primi contatti, è stato invitato in Italia per visionare fisicamente le autovetture che gli sono state proposte. A questo punto è iniziata la seconda fase della truffa: i truffatori, al fine di rendere quanto più credibile la messinscena, presentandosi presso grosse aziende private in possesso dei veicoli d'elite proposti, hanno stipulato contratti preliminari di compravendita con l'esborso di modeste caparre confirmatorie.

In tal modo sono riusciti ad avere copia della documentazione dei veicoli e, carpendo la fiducia dei reali venditori che li reputavano intermediari di mercato, hanno mostrato alla vittima le vetture oggetto del raggiro. Così i due truffatori sono riusciti a convincere il loro cliente straniero della serietà dell'affare, ottenendo in tal modo l'intero importo pattuito. A questo punto, per "ripulire" il denaro illecitamente acquisito nella commissione della truffa, i due truffatori trasferivano le somme verso società aventi conti corrente in vari Paesi dell'Unione Europea, indicando le stesse quali fittizi pagamenti per operazioni commerciali incompatibili con l'oggetto sociale della società.

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