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15 Luglio 2025 - 09:07
CAIVANO. Smantellato quello che restava del clan capeggiato dal 52 enne Domenico Ciccarelli, soprannominato “Caciotta”, fratello del pluripregiudicato Antonio Ciccarelli, alias “Tonino ’a munnezza”, che per anni è stato il ras incontrastato del Parco Verde di Caivano. Insieme a “Caciotta” sono stati arrestate altre sei persone: Ciro Ciccarelli; Bruno Ciccarelli; Rita De Luca, moglie di Domenico Ciccarelli; Antonio Esposito; Angelo Ferraiuolo e Vincenzo Zampella. L’accusa, a vario titolo è di estorsione con l’aggravante del vincolo associativo. I fatti contestati sono abbastanza recenti e vanno dal dicembre 2024 a questo mese di luglio.
La convalida degli arresti era stata fatta qualche giorno fa ma la notizia degli arresti è stata sottaciuta anche se era sulla bocca di tutti, visto che materialmente tutto è avvenuto all’interno del Parco Verde. Ad operare la cattura degli indagati, sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, agli ordini del maggiore Andrea Coratza, ovvero dagli stessi uomini che da mesi tenevano sotto stretta osservazione gli uomini della costola criminale dei Ciccarelli, rimasta in libertà. Ovviamente l’arresto del ras Domenico Ciccarelli, che a quanto sembra, aveva preso le redini del malaffare dopo l’arresto di Antonio Angelino alias “Tibiuccio” e dei suoi gregari, apre a nuovi scenari criminali nell’area di Caivano, dove dopo l’uscita di scena di elementi criminali di spessore ha visto organizzarsi un nuovo cartello che in qualche modo ha puntato all’occupazione degli spazi liberi, tenuto conto che Ciccarelli e i suoi amiliari si stavano dando da fare per imporre il pizzo.
La scorsa settimana erano finiti in cella Giovanni Barra e Roberto Maugeri, due elementi del cartello criminale di Antonio Angelino alias “Tibiuccio”, arrestato due anni fa a Castelvolturno dai carabinieri che gli stavano dando la caccia da un mese. Con gli arresti del clan familiare facente capo a Domenico Ciccarelli, in circolazione ci sono solo cani sciolti, mezze tacche della criminalità locale, con qualche contatto con la malavita fuori città. Il business resta senz’ombra di dubbio quello delle estorsioni, molte delle quali erano state tramandate al cartello criminale di Barra&Maugeri per mezzo di una lista che a quanto sembra non comprendeva le aziende presenti all’interno della zona Asi di Caivano, che è posta sul confine con la località Pascarola.
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