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vico equense
01 Agosto 2025 - 09:07
VICO EQUENSE. A distanza di tre mesi e mezzo (il 17 aprile scorso) dall'incidente alla funivia che provocò la morte di Carmine Parlato, conduttore della cabina, dei coniugi inglesi Graeme Dereck Winn e Margaret Elaine Winn, della studentessa israeliana Janan Suliman e che causò il ferimento di Thaeb, fratello della giovane, i familiari delle vittime sono tornati sul monte Faito. Una targa in loro ricordo è stata infatti scoperta sulla facciata del Santuario dedicato a San Michele Arcangelo, la cosiddetta Roccia della Memoria, in occasione delle cerimonie per il Cammino dell’Angelo. «Dall’inchiesta della magistratura mi aspetto chiarezza, ma nessuno potrà riportare in vita i nostri cari» ha detto la sorella di Graeme Derek. «È per noi molto emozionante essere qui ha aggiunto questo è un posto meraviglioso e siamo grati per questo evento e per l’assistenza ricevuta».
Presenti alla cerimonia, con il rettore del Santuario don Catello Malafronte, il prefetto di Napoli Michele di Bari e i sindaci dei Comuni di Castellammare di Stabia, Vico Equense e Pimonte, che si dividono il territorio del Faito. Presenti anche altri familiari della coppia britannica e rappresentanti diplomatici. «È il momento del dolore e della sofferenza, ma anche della solidarietà di queste comunità e delle istituzioni, che non possono asciugare le lacrime ma la vostra sofferenza è sofferenza di tutti e che si esprimerà con gesti concreti nel dare giustizia e nel non dimenticare», così il prefetto di Napoli , Michele di Bari si è rivolto ai familiari delle vittime del disastro della funivia del Gaito.
Presenti allo scoprimento della targa in loro memoria, al Santuario San Michele Arcangelo solo i familiari della coppia inglese Winn, troppo dolore ancora per la famiglia di Parlato, il conduttore della cabina, hanno preferito non essere presenti. Mentre le famiglie dei ragazzi israeliani erano troppo distanti per raggiungere l’Italia per la cerimonia. La targa è stata benedetta e subito dopo sono state deposte tante ortensie azzurre del Monte Faito, diventate simbolo della solidarietà e della memoria delle comunità della montagna, «lo Stato non abbandona nessuno» ha detto di Bari auspicando che la presenza dei familiari possa portare nuova linfa e speranza per tutti.
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