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Pizzaiolo ammazzato sotto casa, tre finiscono in cella

A colpire Davide Fiorucci l’11 febbraio 2024 fu Carmine Gallo, in manette anche Ivan Maione e Nunzio Della Ragione

Pizzaiolo ammazzato sotto casa, tre finiscono in cella

Davide Fiorucci

BOSCOREALE. Tre arresti per l’assassinio del pizzaiolo 29enne Davide Fiorucci, ucciso sotto casa a Boscoreale nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2024. A finire in carcere: Carmine Gallo, 21 enne, Ivan Maione, 48 anni, e Nunzio Della Ragione, di 38. È chiaro che per i tre destinatari della misura cautelare vale la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in giudicato. Tutti sono accusati di concorso nell’omicidio premeditato e detenzione e porto illegali di arma comune da sparo, aggravati dal metodo mafioso. Secondo gli investigatori a premere materialmente il grilletto sarebbe stato Carmine Gallo, meglio noto con il soprannome di “Cugino ’o Parente”.

L’omicidio di Davide Fiorucci venne commesPozzuoli. Abbandonava rifiuti nel mercato, sorpreso dalle telecamere so nei primi minuti dell’11 febbraio 2024. Era notte fonda, quando dal nulla apparve il sicario che esplose una mezza dozzina di colpi alle spalle della vittima, mentre questi stava citofonando alla compagna che l’attendeva per andare a letto. Teatro dell’assassinio il cosiddetto Rione “Piano Napoli”, una piazza di spaccio di primissimo livello nella zona sud di Napoli. Dopo gli spari, la prima a soccorrere il 29enne agonizzante, fu la compagna, che insieme ad altri parenti del ferito accompagnarono il giovane al pronto soccorso dell’ospedale di Castellamare di Stabia.

Giunti sul posto, i militari del nucleo operativo della Compagnia di competenza, rinvennero 5 bossoli d’arma da fuoco, tutti espulsi da un’arma semiautomatica calibro 9x21. I presenti raccontarono che l’uomo ferito era stato portato con un’auto privata al pronto soccorso. Immediatamente si mise in moto la macchina investigativa. La vittima, che era già nota alle forze dell’ordine per alcuni precedenti di polizia, morì poco dopo l’arrivo al presidio ospedaliero, a seguito delle ferite multiple d’arma da fuoco. Sentite diverse persone risultate vicino al 29enne, i carabinieri ritennero che l’assassinio era null’altro che un agguato di camorra, scaturito da uno scontro tra i due cartelli che puntavano alla gestione del traffico e spaccio di droga all’interno del rione “Piano Napoli”.

Per amore della verità, vale la pena di sottolineare che Fiorucci, seppur vero che in precedenza era stato segnalato e denunciato per fatti legati alla droga, dal 2015, si era allontanato dagli ambienti criminali, aprendo insieme ad alcuni parenti una pizzeria che “mandava” avanti insieme ad alcuni congiunti. Subito dopo la morte di Davide Fiorucci, gli investigatori dell’Arma, sentirono alcune persone della famiglia, sottoponendo, nel corso della stessa giornata, uno degli odierni indagati, alla prova dello stub, al fine di accertare se lo stesso, avesse sparato nel corso dell’agguato.

Nei giorni scorsi, anche grazie alle dichiarazioni concordanti di un collaboratore di giustizia, il cerchio si è chiuso, intorno al presunto commando di morte, che aveva pianificato l’intera azione criminale che puntava a liberare il campo da ogni ostacolo.

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