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16 Marzo 2023 - 14:25
Qualche giorno fa abbiamo avuto la dimostrazione plastica, l'ennesima se ce ne fosse ancora necessità, di quanto fosse vero quel che affermava Umberto Eco: il professore diceva che uno dei guasti peggiori prodotti dai social è che una volta uno le cazzate le diceva al bar davanti a un fiasco di vino e la faccenda veniva spiegata come un eccesso etilico e finiva lì. Invece oggi, con l'invasione di questi strumenti di comunicazione di massa disponibile gratuitamente a tutti senza filtri preventivi, tutti ritengono di avere il diritto di diffondere riflessioni e analisi deliranti attraverso la pubblicazione di post, in attesa di gratificanti like di consenso. Aveva ragione Eco. Lei si chiama Monica Romano, ed è la rappresentazione plastica di quanto aveva affermato l'autore de “Il nome della rosa”. Monica è consigliere/a/u/x comunale a Milano, la città da bere che non dorme mai ma che lavora sempre, la città con la Ztl ogni giorno più estesa e i rapporti umani sempre più ristretti. Qualche giorno fa, in una irrefrenabile esigenza di esternare sciocchezze, Monica ha scritto sulla propria pagina Facebook: "Basta con i video che riprendono gli scippi nella metro, basta additare le ragazze rom che rubano e borseggiano tutto il giorno, basta con gli inviti a stare attenti. Questo è fascismo, questo è squadrismo". Lei è Monica Romano, già l'ho detto. È del Pd, questo non l'ho detto ma l'avete capito da soli. Monica si aspettava i like, gli applausi. Ha ricevuto valanghe di pernacchi e insulti inferociti da gente che non può arrivare in centro con l'auto, prende la metro e la sera quando torna a casa si accorge di essere stata borseggiata in metro. Monica ha rimosso il post ma oggi rimuovere un post da facebook equivale a fare una smentita sui giornali. E i nostri antichi direttori dicevano che fare una smentita equivale a dare una notizia due volte. Anche questo episodio è un impietoso diagramma dello stato di salute del Pd, che annaspa sempre più tra proclami di cancellazione di correnti, tentativi di mettere in soffitta i capibastone, critiche a Meloni che canta il karaoke, amoreggiamenti disperati tra Schlein e Conte. Cronache di poveri amanti, scriveva Vasco Pratolini. A margine, come molti di voi anch'io ricordo un episodio avvenuto nel 2007 nella metropolitana di Roma: una giovane rom, particolarmente invadente e fastidiosa, litigò con Vanessa Russo, una ragazza romana di 22 anni. La rom, indispettita, conficcò con violenza la punta di un ombrello nell'occhio di Vanessa e le spappolò il cervello. Lo Stato, cioè voi ed io, risarcì la famiglia di Vanessa con 760mila euro perché la rom, tranne l'ombrello, non possedeva nulla. Questo fatto terribile accadeva 16 anni fa ed ebbe una enorme risonanza mediatica. Oggi, forse, il politicamente corretto suggerirebbe di ignorare l'episodio.
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